Il ritorno dell'Anderlecht che sogna un "posto al sole" in Europa

Cinque trofei europei all'attivo, l'Anderlecht si gioca la semifinale della Conference League: una nobile decaduta del calcio belga torna a far parlare di sé

Il ritorno dell'Anderlecht che sogna un "posto al sole" in Europa

La Conference League sta riportando in auge una nobile decaduta del calcio continentale, l'Anderlecht. La squadra storicamente egemone del calcio belga quest'anno ha disputato un campionato anonimo, inchiodata al decimo posto, ma stasera si giocherà un ritorno nelle fasi finali di una competizione europea per la prima volta da decenni. Vittoriosa per 2-0 all'andata in casa contro l'Az Alkmaar che ha eliminato la Lazio, la formazione bianco-malva della periferia di Bruxelles andrà in Olanda per confermare il risultato e accedere alle semifinali della terza coppa europea.

La cavalcata in Conference League

Dal 1996-97 l'Anderlecht non raggiungeva i quarti di una coppa europea. Quell'anno a eliminarla in Europa League fu l'Inter, che vinse 2-1 a San Siro dopo l'1-1 in Belgio. Nel 1991-92 era arrivato terzo nel girone di semifinale della Coppa dei Campioni che promosse la Sampdoria. Squadra che due anni prima aveva battuto in finale di Coppa delle Coppe a Goteborg la compagine belga. L'Anderlecht quest'anno è proiettato verso un risultato attesto da tempo e la possibilità di giocarsi con buone chanches la corsa al sesto trofeo europeo della propria storia.

Un cammino, quello dei bianco-malva, iniziato a agosto in Estonia contro il piccolo Paide Linnameeskond, battuto 2-0 a Tallin e 3-0 a Bruxelles nel terzo turno preliminare. Proseguito poi con una serie di qualificazioni al limite. Ai play-off l'Anderlecht ha vinto 1-0 fuori casa ed è stato sconfitto col medesimo punteggio al Lotto Park di Bruxelles dagli svizzeri degli Young Boys di Berna, battuti ai rigori. Nel girone dominato dagli inglesi del West Ham i belgi hanno passato il turno all'ultima giornata vincendo 2-0 contro i danesi del Silkeborg e finendo secondi con 8 punti in 6 partite. Ai rigori il passaggio al primo turno a eliminazione diretta con i bulgari del Ludogorets: sconfitta 1-0 fuori casa, vittoria 2-1 a Bruxelles e conseguente successo ai rigori. A cui ha fatto seguito l'exploit con il Villareal agli ottavi: 1-1 in casa, vittoria per 1-0 al Madrigal. Prima dell'uno-due rifilato all'Az all'andata.

8 vittorie, 3 pareggi, 4 sconfitte: un cammino sull'ottovolante che può però regalare le agognate semifinali stasera. Partito a gennaio il 21enne asso portoghese Fabio Silva, tuttora con 3 gol capocannoniere della squadra in Conference, le fortune della squadra sono in mano alla punta belga Benito Raman, sul centrocampista israeliano Lior Refaelov e su Hendrik Van Crombrugge, portiere e capitano tra i pochi giocatori del campionato di casa a essere nel giro della nazionale belga.

Le due Coppe delle Coppe dell'Anderlecht

Se passerà l'Anderlecht non troverà una sfida come altre. Il quarto che lo vede accoppiato nel sorteggio è quello tra il West Ham e i connazionali del Gent. Se i fiamminghi passessero, si aprirebbe la strada al primo storico derby tra squadre belghe in Europa, aprendo a un team del Paese la strada alla prima finale europea da 33 anni. Se vincesse il West Ham, per due volte trionfatore sui bianco-malva nei gironi, tornerebbe in campo una "classica".

Gli inglesi di Londra furono gli avversari sconfitti dall'Anderlecht nella Coppa delle Coppe 1975-1976, primo trofeo vinto dal club belga in Europa. Franky Vercauteren e Arie Haan, reduce dei successi con l'Ajax, furono due dei protagonisti di questa cavalcata che ebbe il suo "eroe" nell'olandese Rob Rensenbrink (1947-2020), in forza all'Anderlecht dal 1971 al 1980 e protagonista dei successi europei del club.

Negli anni precedenti aveva brillato il fuoriclasse Paul van Himst, che aveva lasciato proprio nel 1975 il club di cui è il miglior realizzatore di tutti i tempi con 333 gol in campionato. Nel 1975 passò il testimone a Resenbrink che nella finale di Coppa delle Coppe giustiziò il West Ham nella sfida giocata in casa a Bruxelles e vinta per 4-2. L'anno dopo, a Amsterdam, l'Anderlecht fu battuto per 2-0 dall'Amburgo di Felix Magath, ma si rifece l'anno dopo a Parigi sconfiggendo 4-0 l'Austria Vienna con doppiatte di Resenbrink e del difensore Gilbert van Binst.

La Coppa Uefa del 1983 e gli "italiani"

In occasione di entrambe le vittorie, l'Anderlecht strappò anche la Supercoppa Europea ai campioni d'Europa, battendo nel 1976 il Bayern Monaco e nel 1978 il Liverpool. L'ultimo acuto arrivò nel 1982-1983, quando ai belgi arrise il successo finale in Coppa Uefa. Guidati da van Himst in panchina e dal bomber Erwin Vandenbergh in campo, l'Anderlecht batté 1-0 all'andata il Benfica e pareggiò 1-1 a Lisbona al ritorno, alzando al cielo la coppa. Dopo seguirono anni in cui i bianco-malva accompagnarono il declino del calcio belga, accelerato dagli Anni Novanta, dettando legge in patria ma limitandosi a un ruolo di comparsa in Europa, con frequenti eliminazioni ai gironi in Champions League.

L'Anderlecht è stato in questa fase più noto come fucina di talenti. I tifosi di più lungo corso ricorderanno il belga di origine italiana Vincenzo Scifo, visto in Italia con Inter e Torino. Da Treviso passò a inizio Anni Duemila come meteora lo storico capitano dei bianco-malva, Walter Baseggio, mentre i tifosi nerazzurri accostano l'Anderlecht al campione "dannato" Romelu Lukaku, che proprio alla squadra di Bruxelles deve il suo debutto da professionista.

La più blasonata fra le contendenti

Oggi la squadra guidata da Bruno Mazzu, artefice in passato della rinascita dell'Union Saint Gilloise ancora in corsa in Europa League, sogna di far parlare di sé come

collettivo. E comunque vada è già riuscita a conquistare il miglior risultato europeo di questo secolo. Puntando a giocarsi fino in fondo le carte in una competizione tra le cui contendenti ancora in campo è la più blasonata.

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