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Le rivalità politiche dietro alla follia ultrà del derby di Atene

Violenza inaudita tra gli ultras delle due squadre dopo l'invasione di campo da parte di Evangelos Mariankis, presidente dell'Olympiakos, furibondo per la conduzione dell'arbitro d'eccezione chiamato dall'Italia per dirigere la supersfida, Daniele Massa

Le rivalità politiche dietro alla follia ultrà del derby di Atene

Oympiakos-Aek è una delle partite più calde di Atene, città che oltre a essere la capitale della Grecia lo è anche del suo calcio. Nella giornata del 23 aprile si è giocata la più recente edizione della sfida, finita 3-1 per l'Aek Atene al Georgios Karaiskakis del Pireo, lo stadio dell'Olympiakos. I gialloneri si sono così tenuti in scia al Pantahinaikos, con cui condividono la vetta, nella corsa allo scudetto, mentre i biancorossi del Pireo sono staccati di ben nove punti a sole cinque giornate dalla fine della poule scudetto.

Ma a destare sorpresa è stata la violenza inaudita con cui gli ultras delle due squadre si sono scagliate le uno contro le altre dopo l'invasione di campo da parte di Evangelos Mariankis, presidente dell'Olympiakos e furibondo per la conduzione dell'arbitro d'eccezione chiamato dall'Italia per dirigere la supersfida, Daniele Massa.

Le scene di violenza ormai abituali nel calcio greco hanno avuto spesso negli ultimi anni in Olympiakos-Aek il loro acme. E oltre a una rivalità ormai consoldiata c'entra la politica. C'entra - soprattutto - in un'Atene impoverita, rancorosa e triste dopo gli anni del rigore e dell'austerità. Un'Atene dove le curve hanno funto da supplenza per il vuoto di relazioni sociali e collettive aperto dal baratro economico. E in cui l'Olympiakos è stato "scalato" da frange dell'estrema destra vicine ad Alba Dorata, mentre l'Aek Atene resta presidio di Sinistra radicale.

"Entrambi i club rappresentano la stessa regione – l'Attica e storicamente, queste squadre sono sempre state le principali nel calcio greco. Il derby è sempre un grande viaggio per i tifosi, che possono godere di un calcio molto energico con molti gol", nota il blog LatGale, ricordando come lo storico tifo moderato e apolitico dell'Olympiakos, tifato dall'élite e dal piccolo proletariato ateniese e greco in quanto rappresentanza del calcio nazionale come squadra più titolata, abbia avuto nell'Aek un contropotere "nazionalpopolare", storicamente radicato nel quartiere proletario di Nea Filadelfia. Le aquile bicipiti dell'Aek sono state storicamente i simboli dell'antifascismo greco e da inizio Anni Duemila si contendono le piazze del nascente movimento ultrà greco con i nazionalisti che affollano il Gate 7 del Karaiskakis del Pireo, una fazione nazionalista. In seno al tifo dell'Olympiakos, nota il blog Sport Popolare, "gli hooligan di destra hanno creato la rete No Fair Play 88! il cui blog è stato chiuso alla fine del 2013, in piena ondata di accuse ai dirigenti di Alba Dorata dopo l’omicidio di Pavlos Fyssas, rapper antifascista noto come Killah-P, e tifoso dell’Olympiakos, pugnalato da un membro del partito" con cui lo stesso Mariankis è stato indicato aver avuto rapporti.

Tanto, nota il sito East Journal, da finanziarlo attivamente. L'armatore e "zar" del Pireo, ha una rivalità profonda con Giannis Alafouzos del Panathinaikos e Dimitris Melissanidis dell’Aek, con cui completa un terzetto di presidenti "tribuni".

Il patron dell'Olympiakos è inviso in particolar modo agli Originals 21, la frangia più radicalizzata a sinistra della curva dell'Aek, che punta tutto sulla volontà di mantenere "pura" la tifoseria dello Stadio Olimpico ove gioca la squadra delle aquile giallonere, evitando quella commistione con i nazionalisti che ha contagiato perfino i concittadini del Panathinaikos, il cui tifo è a maggioranza di Sinistra, e i radicalmente antifascisti tifosi del Paok e dell'Aris Salonicco. Questo ha però reso infuocati i rapporti tra le curve rendendo Aek-Olympiakos, di fatto, la gara più calda del calcio greco. Soprattutto dopo che in seguito al fallimento dello scorso decennio l'Aek è "risorta" ai massimi livelli del calcio nazionale ricreando lo storico triumvirato ateniese che ha conquistato 79 titoli su 86 nella storia del calcio greco. Spingendone in avanti evoluzioni e dinamiche competitive interne.

Sempre più politicizzate negli anni post-tracollo economico del Paese. In cui le curve sono diventate ricettacolo di violenza, inquinando notevolmente lo sport nel Paese. Come le tristi immagini di domenica scorsa confermano.

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