
Diciamola verità: il calcio ci reso più istruiti. Una volta eravamo solamente tutti Ct, adesso siamo tutti più commercialisti e, soprattutto, esperti di calciomercato. Lo inventò David Messina sulla Gazzetta tanti anni fa, ma allora si trattava di qualche cessione tra squadre, i protagonisti erano i presidenti e lo spazio temporale era limitato. Noi assistevamo. Adesso invece è diventata una professione in servizio permanente effettivo, ed oltre ai pochi che effettivamente se ne occupano in prima linea, esiste una serie di centinaia di sedicenti esperti che si autoalimenta al ritmo di “mi hanno detto…”. Che poi sarebbe copiare da giornali, radio, siti e trasmissioni Tv e rimettere in circolo l’indiscrezione come se fosse esclusiva.
Non è una critica, ma una fotografia dei tempi nei quali alla fine vincono sempre i procuratori, i veri padroni del pallone moderno. Beati loro, ma che il calcio sia migliorato ci sono forti dubbi: lo show continuo H24 tiene in piedi una baracca che viaggia sempre sul limite della bolla economica, e il problema è che di calciomercato ormai si parla anche quando non c’è. Basta una sconfitta alla prima giornata di campionato per sentire il tifoso chiedere rinforzi milionari a gennaio, come se in tasca quei milioni li avesse lui. Insomma: il sistema ci ha fatto diventare ricchi con le tasche degli altri, solo che poi ci sfugge la realtà sotto il naso. La nostra e quella del pallone.
Per esempio: Inter e Atalanta erano ai ferri corti per il caso Lookman, poi ecco che in un paio d’ore Nicola Zalewski passa da Milano a Bergamo. Si, vabbè, “nel calciomercato può succedere sempre tutto”. Ma gli esperti, ora, cosa dicono?