"Sono alcolizzato. Ho paura di morire". Il dramma dell'ex Inter Guarin

"Ho bussato alla porta dell'inferno". L'ex centrocampista dell'Inter ha parlato della sua dipendenza dall'alcol in un'intervista alla rivista colombiana Semana

"Sono alcolizzato. Ho paura di morire". Il dramma dell'ex Inter Guarin
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Fredy Guarin sta combattendo la sua battaglia per porre fine alla sua dipendenza dall'alcol. Un vortice che troppo spesso travolge i calciatori quando appendono le scarpette al chiodo.

I tifosi dell'Inter lo ricordano per il gran tiro della distanza e qualche pausa di troppo in mezzo al campo. Furono proprio i tifosi ad impedirne il passaggio alla Juventus con una dura contestazione, nel famoso scambio con Vucinic. L'ex centrocampista colombiano ha vestito la maglia nerazzurra, dal 2012 al 2016, collezionando 114 presenze e 15 gol, tra cui una rete decisiva nel derby del 2015 contro il Milan. Dopo tre stagioni trascorse a Shanghai, in Cina, è tornato in Sud America e nel 2021 si è ritirato definitivamente.

Da quel momento iniziano i problemi. "Quando ho lasciato il Millonarios ho toccato il punto più basso perché in quegli anni la mia dipendenza è diventata molto seria. Non lavoravo più in allenamento, avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante e preziosa che ho, ovvero i miei tre figli", ha raccontato l’ex calciatore in un’intervista alla rivista colombiana Semana.

"Sono un alcolizzato al 100% - ha confessato il colombiano - e lo ammetto. Un tossicodipendente in via di guarigione". Poi la decisione di farsi seguire da specialisti: "In passato avevo provato a uscire da questa dipendenza, ma non c’ero mai riuscito e ho sempre avuto una dipendenza. Per questo mi sono arreso e sono stato costretto a chiedere aiuto ad alcuni professionisti con cui sto lavorando per rimettere a posto le cose, per riacquistare la fiducia dei miei figli, dei miei parenti e dei miei amici. Stavolta è diverso rispetto al passato e penso che questa sia la volta buona. Ho già bussato alla porta del diavolo e non è il massimo. So già quale non è la strada: la mia strada è Dio che mi dà ogni giorno forza, una vita sobria e sana".

Una storia che ricorda quella di Adriano, che dopo la scomparsa del padre, iniziò a fare i conti con l'alcol. Guarin non ha specificato cosa ha scatenato la dipendenza e si è limitato a dire che "purtroppo a un certo punto mi sono lasciato 'distrarre' e mi sono aggrappato all’alcol. Ho commesso molti errori, ho preso decisioni sbagliate, ho ferito molte persone. L’alcol è sempre stato il fattore scatenante per tutto ciò che mi accadeva. Il giorno in cui è avvenuto l’episodio della lite a casa con i miei genitori, i poliziotti non mi hanno portato in prigione: sono stati gentili, mi hanno messo in macchina, ma non mi hanno ammanettato né maltrattato. Sono stati professionali".

Infine Guarin ha parlato delle sue paure: "La morte e il carcere. Fino a poco tempo fa, con l’alcol, era come se vivessi in un carcere, condannato a morte. Ho bussato alle porte dell’inferno".

"Chi mi ha aiutato? Amici veri come Falcao, James, Quintero, Ospina, Cuadrado, Zanetti, Cordoba e altri che erano lì mei momenti bui. Altri, senza dire una parola, se ne sono andati. Non erano amici veri".

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