
È tifoso del Liverpool. Ha quarantasette anni. Costretto da una malattia, vive su una sedia a rotelle, ha il suo posto, zona 7, a bordo campo ad Anfield, indossa la maglietta rossa con la scritta «no room for racism». Ha fama di essere irrequieto. Al debutto in Premier League gli capita davanti un avversario, calciatore del Bournemouth. Il ragazzo si chiama Antoine Semenyo, ghanese britannico di colore. Sta per battere
una rimessa laterale quando alle sue spalle il quarantasettenne si agita, strilla insulti, gli sputa addosso un chewing gum, aggiunge una frase razzista. Semenyo gli chiede di ripetere, il prode ribadisce l'affronto, riprende la partita, Semenyo ha avvisato l'arbitro Taylor che interrompe il gioco, convoca i due allenatori, illustra i motivi della sospensione, tre agenti della polizia del Merseyside individuano l'idiota che, vigliaccamente, prova a spiegarsi, scalcia, viene accompagnato fuori dallo stadio, tra gli applausi del pubblico.
Semenyo segna due gol mentre i tifosi del Liverpool celebrano la memoria di Diogo Jota, il calciatore portoghese morto, insieme con il fratello, in un
incidente automobilistico. Cantano l'inno «You'll never walk alone», «Non camminerai mai da solo». Da solo è rimasto il tifoso in carrozzina, ieri la polizia lo ha arrestato e trasferito in una cella del carcere: room for idiot.