Antonio Gramsci aveva individuato con chiarezza che un partito se non vuole navigare con piccolo cabotaggio deve puntare verso l'egemonia culturale. Proprio a partire dal fatto di essersi creati un quadro culturale di riferimento. Si potrebbe dire una Pantheon, di riferimenti ideali. La destra in quest'ambito ha avuto un percorso complesso. Negli ultimi anni, ma si potrebbe ormai dire decenni, ha puntato ad un modello di ampio respiro, anche per recuperare un oggettivo ritardo rispetto alla sinistra, che dell'idea gramsciana ha portato avanti una versione piuttosto proterva. Spesso più attenta a spingere all'angolo chi non si allinea piuttosto che ad allargare orizzonti. La metodica di Fratelli d'Italia e più in generale della destra è stata quella di praticare meccanismi più inclusivi. E proprio questo ha spesso fatto saltare la mosca al naso agli intellettuali, ma soprattutto ai partiti, di sinistra, che di una serie di personaggi volevano mantenere l'esclusiva. Il caso dell'anno è ovviamente quello di Pier Paolo Pasolini (1922 - 1975) a cui è stato dedicato il convegno "Pasolini Conservatore". Ma è solo l'ultimo tassello di un percorso complesso di ripensamento, giusto per dire Pasolini non era certo nelle grazie del militante medio dell'Msi, che da sinistra viene criticato a priori. Quest'anno alla festa di Atreju a Roma, nella mostra che si chiama proprio "Egemonia" (ideata da Andrea Moi, responsabile della comunicazione di FdI) e che traccia un Pantheon possibile per la destra compaiono anche altri nomi che tracciano un quadro culturale - ideale ad ampio spettro. Tra gli altri ci saranno Ettore Majiorana (egemonia della scoperta); Guglielmo Marconi (egemonia della tecnica); Edith Stein (egemonia dell'amore); Amedeo Guillet... Insomma spiega Moi al Giornale: "Vogliamo proporre un Pantheon ideale di figure che hanno certamente interpretato un'egemonia, ma anteponendo il coraggio, l'eroismo e la libertà a ogni logica politica". Pur con un filo rosso diverso e forse con minor clamore mediatico, non c'era stato il caso Pasolini, anche l'anno scorso erano stati proposti una serie di personaggi "ideali". Tra questi Anna Maria Ribeiro De Silva, che per gli italiani è semplicemente Anita Garibaldi. Abbastanza per creare altri maldipancia a sinistra, ma in quel caso passò sotto traccia. Certo poi nel Pantheon della destra italiana restano anche una serie di autori, intellettuali, e personaggi decisamente più classici, che infondo non è nemmeno necessario ricordare ad Atreju. D'Annunzio, Marinetti, Pound, Evola, Céline sono sempre rimasti saldi al loro posto. Come lo è sempre rimasto J. R. R Tolkien. Anche se in fondo Atreju stessa come festa, partendo da un riferimento alla Storia infinita (per molti il film, per molti meno il romanzo di Michael Ende) era un po' una fuga in avanti rispetto ai campi Hobbit della generazione precedente. Poi per Tolkien nessuna pace è stato più conteso dell'anello del potere. In questo caso è stata la sinistra a partire dal collettivo Wu Ming a volerlo strappare alla destra...Una bizzarra guerra d'egemonia su un medievalista perso nel suo Legendarium... Poi andando indietro negli anni potremmo spingerci anche a Enrico Mattei, Salvo D'Acquisto e Adriano Olivetti, passando per Dante, Maria Callas, Eleonora Duse e i più ovvi Giovannino Guareschi e Oriana Fallaci.
Per carità c'è chi ha visto in tanta varietà un po' di dilettantismo e un po' di scippo. Di sicuro c'è curiosità e una voglia di rompere steccati quasi situazionista, che culturalmente è sempre un bel segno. I pantheon monocolore mettono tanta tristezza.