Calcio

La stagione dell'Inter nel secondo anno di Inzaghi

Dopo la conquista di Supercoppa e Coppa Italia, la squadra di Inzaghi ha davanti l'esame più difficile: la finale di Champions contro il Manchester City di Guardiola

La stagione dell'Inter nel secondo anno di Inzaghi
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Manchester City-Inter, manca ancora un'ultima pagina da scrivere nella stagione nerazzurra. Sabato 10 giugno la squadra di Inzaghi affronta i Citizens in finale di Champions League. L'esito della partita di Istanbul sposterà inesorabilmente il giudizio dell'annata a seconda del risultato finale.

Nonostante la squadra di Pep Guardiola parta nettamente favorita, questa stagione insegna che l'Inter può davvero ribaltare ogni pronostico. Difficile trovare un'annata simile a questa nella storia nerazzurra. Qualcuno la paragona a quella 94-95, quando la Beneamata finì addirittura 13ª, riuscendo a salvarsi solo alla penultima giornata. A sistemare le cose ci pensò la conquista della Coppa Uefa, con Giampiero Marini in panchina, in una doppia finale al cardiopalma contro il Casinò Salisburgo. Al netto delle differenze (epoche diverse, valore della rosa e avversari diversi affrontati nel cammino europeo) forse un unico aspetto in comune tra le due Inter c'è: la capacità di suscitare giudizi totalmente opposti da una partita all'altra. Dal trionfalismo al catastrofismo.

Troppe sconfitte in campionato

Critiche feroci hanno accompagnato un po' tutta la seconda stagione di Simone Inzaghi, più volte sul punto dell'esonero. Il capo d'accusa principale? L'andamento in campionato. Errori di sicuro ne ha commessi il tecnico piacentino. Ad esempio aver lanciato troppo tardi Onana come titolare, insistendo troppo su Handanovic (chissà se per un eccesso di fiducia o per preservare gli equilibri dello spogliatoio). O anche aver perso la lucidità in alcuni momenti, le sostituzioni dopo mezz'ora degli ammoniti Dimarco e Bastoni nella trasferta persa ad Udine, spiegano la sua confusione di quel periodo. Fatto sta che l'Inter non ha mai praticamente lottato per lo scudetto. La vittoria all'ultimo secondo nella prima giornata a Lecce faceva già presagire l'annata no. Ad ottobre già quattro sconfitte (Lazio, Milan, Udinese e Roma). La squadra sembra impaurita, incapace di reagire e si scioglie come neve al sole al primo gol subito. A meno 11 dal Napoli alla pausa mondiale, l'Inter è praticamente fuori dalla lotta scudetto già nel girone d'andata. A nulla vale il sussulto del 4 gennaio nello scontro contro la squadra di Spalletti. La settimana dopo a Monza, il pareggio nel recupero di Caldirola, dopo un gol inspiegabilmente annullato ad Acerbi dà il colpo di grazia. I nerazzurri ripiombano in una spirale inspiegabile di discontinuità. Alternano grandi vittorie come la netta vittoria della Supercoppa contro il Milan a sconfitte inspiegabili con Bologna, Spezia e Monza in casa. Nel momento decisivo la squadra si riprende e non sbaglia più un colpo (sconfitta al Maradona a parte). Dodici sconfitte totali e non aver mai lottato per lo scudetto restano però una macchia, considerato il valore della rosa. E solo qualificazione alla Champions allevia un po' i rimpianti du un campionato da dimenticare.

Il cammino sorprendente in Champions

Ecco dopo la sconfitta contro il Monza prima della ritorno nei quarti col Benfica, la stagione prende una piega diversa. La Champions però merita un capitolo a parte, bisogna premere il tasto rewind e riavvolgere il nastro, perché in Europa si è vista un'altra Inter. Chi avrebbe pronosticato i nerazzurri in finale di Champions ad inizio stagione? Praticamente nessuno. Soprattutto dopo il sorteggio nello stesso gruppo di Bayern Monaco e Barcellona. Il volto impaurito di Zanetti divenne un meme e raffigurò i post più goliardici sui social. Ebbene sì all'Inter non veniva data alcuna chance di passare il girone e in tutte le partite ha sempre gettato il cuore oltre l'ostacolo. Prima della partita in casa col Barcellona, Inzaghi è sull'orlo dell'esonero, l'arrivo di Stankovic sembra vicinissimo. La squadra però vince a sorpresa 1-0 grazie al gol di Calhanoglu in un match soffertissimo in cui non mancano le proteste dei catalani per alcune decisioni arbitrali.

Nel ritorno al Camp Nou l'Inter dimostra ancora la sua verve europea con un pirotecnico 3-3 in cui avrebbe però meritato la vittoria. Con il punto ipoteca il passaggio del turno e va agli ottavi di finale. Un risultato insperato all'inizio che rafforza la posizione di Inzaghi e dà fiduca all'intera squadra. Troppo poco però per ritrovare serenità. Prima di affrontare il Porto agli ottavi, Inzaghi è nuovamente vicino all'esonero. L'Inter non brilla contro la squadra di Sergio Conceiçao, vince di misura per 1-0 e soffre nel finale del ritorno ad Oporto, salvata dalle parate di Onana. Ai quarti c'è un'altra portoghese, il Benfica dell'ex Joao Mario, la grande rivelazione della stagione, prima nel girone contro Psg e Juventus. Al Da Luz i nerazzurri sfoderano una prestazione sorprendente e vincono 2-0 con i gol di Barella e Lukaku su rigore. Al ritorno controllano con autorità e soltanto qualche distrazione negli ultimi minuti fissa il 3-3 finale.

L'euroderby e la vittoria in Coppa Italia

In semifinale ora c'è il Milan, che ha battuto il Napoli ai quarti. Due derby sentitissimi che paralizzano l'attesa e distolgono totalmente l'attenzione dal campionato. Conta solo l'euroderby. Difficile dimenticare i due precedenti che avevano visto i nerazzurri sempre perdenti, nel 2003 fuori dopo due pareggi e con mille rimpianti e nel 2005 quando però la superiorità rossonera era stata netta. La squadra di Inzaghi ha l'occasione per vendicare quelle delle due eliminazioni e nei primi otto minuti dell'andata già ipoteca il passaggio del turno con i gol di Dzeko e Mkhitaryan. Surclassa il Milan e spreca numerosi occasioni da gol. Finisce solo 2-0. Nel ritorno Onana e compagni non abbassano la guardia. Una partita tesissima e ricca di tensione viene sbloccata dal gol di Lautaro Martinez. Il suo urlo verso la Curva Nord dà la certezza, l'Inter è in finale di Champions. Poi vince la Coppa Italia in finale con la Fiorentina, facendo il bis di coppe nazionali come lo scorso anno.

L'attesa della finale

La testa però della squadra e dei tifosi è già a Istanbul. L'entusiasmo delle utlime settimane in casa nerazzurra è a dir poco travolgente. Mai come stavolta le diverse componenti (società, allenatore, tifoseria) sembrano compatte. Inzaghi ha giustamente guadagnato la conferma per la prossima stagione e gli incassi/introiti inattesi possono garantire un futuro prossimo più sereno al club. Contro ci sarà il City di Pep Guardiola, la squadra più forte di tutte, che ha spazzato via con una facilità disarmante il Real Madrid in semifinale. City e Inter non si sono mai incontrate e al netto della superiorità (evidente) dei Citizens, ogni finale è di per sé imprevedibile. Di sicuro vincere porterebbe i ragazzi di Inzaghi nella storia, mentre perdere contro una squadra più forte non sarebbe certo un dramma. Insomma il countdown è già iniziato. Per attendere la fine di questa incredibile stagione bisogna aspettare il 10 giugno.

L'Inter è pronta a scrivere un'altra pagina indimenticabile della sua gloriosa storia.

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