Ci fu un tempo in cui la curva Fiesole cantava «il pallone è quello giallo» ma celebrava una Fiorentina che giocava un grande calcio. Oggi quel coro potrebbe tornare di moda per un motivo completamente diverso e che esclude i viola alle prese con una tormentata classifica. Il presidente della Lega serie A Simonelli ha infatti annunciato il cambio del pallone: in cantina finiranno quelli color arancio che tante polemiche hanno innescato chiamando in causa anche - ma non solo - i daltonici e i loro problemi nel guardare le partite allo stadio e in tv. Appena pronti, spunteranno i colori tradizionali che sono poi il bianco e il giallo.
Per qualcuno è il trionfo dei social, forse è utile sottolineare il riconoscimento della ragione, quella dei clienti del calcio che non devono restare senza voce e dei daltonici («accolte le nostre sollecitazioni » la chiosa dell’Aidcon). E se aggiungiamo a questa decisione quella successiva, confermata dallo stesso Simonelli, di ritornare - per la prossima edizione - alla formula originale della Supercoppa d’Italia, e cioè una sola sfida secca (chi vince lo scudetto e chi vince la coppa Italia), possiamo cogliere con soddisfazione un secondo traguardo. Si perderà per strada qualche milioncino dell’Arabia ma si guadagnerà in spazio vitale per il calendario evitando di dover recuperare 4 partite nel mese di gennaio già intasato da campionato e Champions. L’ideale sarebbe se l’appuntamento - come avvenuto nel passato - inaugurasse la stagione.
C’è infine un altro aspetto da segnalare e riguarda la famosa partita Milan-Como indirizzata verso Perth e poi riportata a San Siro per l’ostilità dichiarata di Fifa e Uefa oltre che di Gravina preoccupato della irregolarità costituita dalla presenza di un arbitro asiatico. Alla fine anche qui ha vinto il parere del pubblico, dei social, dei clienti- tifosi. Non capita tutti i giorni.