Lo Stato cambia pelle, con l’organizzazione federale, il demanio regionale e via dicendo. «E va tutto bene, basta che la pelle non sia la nostra - risponde all’unisono la nautica italiana dal 50° Salone Internazionale di Genova che domani chiuderà i battenti - giacché esiste il timore che ad andarci di mezzo nella partita delle coste sia proprio la portualità turistica, da sempre palla al piede dello sviluppo del turismo nautico nazionale». Questo è stato uno dei temi al centro del convegno «Dallo Stato alle Regioni» che si è svolto nel Padiglione B della Fiera, cui hanno preso parte, fra gli altri, il presidente del Consiglio di Stato, Pasquale De Lise, il sottosegretario con delega alla Semplificazione, Francesco Belsito, e il Capo ufficio legislativo del ministro Roberto Calderoli, Giuseppe Chinè. Il presidente di Ucina Confindustria Nautica - Anton Francesco Albertoni - ha ricordato che la portualità e la semplificazione amministrativa sono due dei tre pilastri da cui far ripartire la nautica, oggi quinta voce dell’export del Paese. «O avremo delle regole più snelle e con un minimo comune denominatore fra le diverse regioni, o per noi sarà un problema serio», ha spiegato. Un tema concreto non solo per l’industria, visto che l’indotto turistico secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Nautico Nazionale e presentati dal professor Gian Marco Ugolini, parlano di una spesa del diportista che per il 45% riguarda la barca e per il 55% è composta da ristorazione, shopping, mobilità, ovvero l’indotto costiero. «Il governo ne ha consapevolezza - ci ha risposto al telefono il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli - e per questo oltre alla riforma della legge 84/94 presentata dal ministro Altero Matteoli la scorsa settimana, ci presentiamo con ben tre norme inserite nel disegno di legge di semplificazione normativa, già approvato dalla Camera e che a breve sarà in discussione in Senato». Si tratta della semplificazione della vita amministrativa delle navi da diporto adibite a noleggio, dell’eliminazione della licenza edilizia per i pontili galleggianti, che attualmente si aggiunge alla concessione demaniale, e della semplificazione dei trasporti eccezionali, le cui procedure sono assai più farraginose (e di conseguenza costose) che in Germania e Francia, come ha spiegato lo stesso Chinè nel suo intervento. «Un atto di grande attenzione e concretezza che interviene nel momento giusto - ha dato atto Lorenzo Selva, vice presidente di Ucina e presidente di Icomia (l’associazione mondiale del settore) - Ma restano sul tavolo i temi legati alle concessioni demaniali». «Auspichiamo che il governo - alla luce delle recenti pronunce civili amministrative a favore dei gestori dei porticcioli - riveda la norma che li equipara agli stabilimenti balneari, moltiplicando fino a dieci volte i canoni anche per le concessioni già in essere», ha poi dichiarato Luciano Serra, presidente di Assonat. Mentre Roberto Perocchio, presidente di Assomarinas, ha ricordato la recente legislazione della Regione Friuli, che equipara i marina e i porti a secco a strutture turistiche, primo passo per il riconoscimento della stessa Iva pagata dal settore ricettivo. Le regioni e il federalismo sono insomma un’opportunità, hanno convenuto i rappresentanti delle due associazioni di categoria iscritte a Ucina, ma servono regole minime comuni, per evitare che i porti vengano realizzati dove conviene e non dove servono all’utenza. In questo senso l’onorevole Pippo Rossetti - coordinatore vicario della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni - si è impegnato a individuare un percorso all’interno della stessa Conferenza per lavorare sui temi che sono maggiormente cari al settore e individuare soluzioni condivise. Aldo Bonomi, vice presidente Confindustria, ha invece sottolineato l’esigenza di sviluppare progetti a sostegno delle reti interregionali: «In considerazione del fatto che l’industria nautica è articolata su una filiera produttiva lunga - ha detto - è auspicabile il raggiungimento di un equilibrio tra le regioni che crei una vero e proprio sistema integrato». Dal canto suo Pasquale De Lise, presidente del Consiglio di Stato, ha ricordato che «il federalismo è forte se è presente uno Stato centrale forte, in grado di equiparare le punte di differenziazione tra regione e regione».
«In sostanza, anche per quanto attiene la nautica, semplificazione e sviluppo costituiscono il motore delle riforme varate dal governo», ha poi osservato nelle conclusioni Francesco Belsito, ricordando il disegno di legge sulla riforma del sistema portuale, il riassetto normativo del mercato del turismo e il decreto sul federalismo demaniale, tutte misure mirate a stimolare l’attivazione di quelle energie e di quelle eccellenze che sono presenti nel Paese, come testimonia l’elevato livello qualitativo presente al Salone Nautico di Genova».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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