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Caliendo, patto tra centristi e finiani: astensione Maroni: "Se il governo sarà sfiduciato? Al voto"

Fronte comune al centro per la mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia. Futuro e libertà, Udc, Mpa e Api proporranno di astenersi alla votazione di domani. Cesa: "Si crea un'area di responsabilità". La Russa: "Nessun timore per l'esecutivo"

Caliendo, patto tra centristi e finiani: astensione  
Maroni: "Se il governo sarà sfiduciato? Al voto"

Roma - Prove di intesa al centro. Futuro e libertà, Udc, Mpa e Api proporranno di astenersi alla votazione di domani sulla mozione di sfiducia nei confronti di Giacomo Caliendo. E' questa la linea emersa durante una riunione al gruppo dei centristi a Montecitorio, terminata da poco. A confermare la decisione il finiano Benedetto Della Vedova. La decisione definitva sull’atteggiamento da tenere sarà comunque presa nelle prossime da ciascun gruppo, autonomamente. Serenità nel governo. "Non temo, non temo assolutamente". Così il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa risponde a chi gli chiede se non ci sia qualche timore per la stabilità del governo sulla mozione di sfiducia a Caliendo.

Maroni: "Con sfiducia al voto" Se il governo sarà sfiduciato "non ci sono alternative al voto anticipato: con la novità, per l’Italia, che si voterà a ottobre o a novembre, ma cambia poco". E' la risposta netta del ministro dell’Interno ai cronisti che lo hanno interpellato al Senato. "Senza la Lega non si va da nessuna parte" è il ragionamento del ministro leghista. "Anche perché al Senato un qualsiasi altro governo non potrebbe mai prendere la fiducia. Allora? È inutile fare ragionamenti tortuosi. Se il governo viene sfiduciato, il presidente del Consiglio va al Quirinale a dimettersi. Il Capo dello Stato affida un incarico per la verifica di rito e il verificatore accerterà che non c’è una maggioranza in parlamento. E la strada delle urne è aperta". Se invece, hanno chiesto i cronisti, si dovesse trovare una maggioranza diversa in parlamento? "Non esiste una maggioranza diversa da quella che hanno voluto gli elettori. È irrealizzabile. Poteva accedere nella prima Repubblica. Oggi, no. Non c’ è spazio per giochi di questo genere. Senza la Lega non si va da nessuna parte. E se sfiduciano il governo si va soltanto da una parte: alle urne".

I finiani: "Verso l'astensione" I finiani non vogliono mettere in ginocchio il governo alla prima prova parlamentare come gruppo autonomo dal Pdl e sono orientati ad astenersi domani quando la Camera voterà la mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, indagato dalla procura di Roma per la cosiddetta P3. "L'astensione sembra essere l’ipotesi più probabile, l’annuncio ufficiale lo daremo dopo l’incontro che faremo oggi con l’Udc", ha spiegato Giorgio Conte, capogruppo alla camera del neonato gruppo finiano di Futuro e Libertà, nel corso del programma di Radio 24 "Nove in punto" condotto da Oscar Giannino, in merito alla mozione di sfiducia che si voterà domani sul sottosegretario alla Giustizia Caliendo.

Rutelli: "Uniamo le forze" "Il cambiamento è solo iniziato, non mi affretterei a definire il punto di arrivo", ha spiegato Francesco Rutelli, leader di Api, rispondendo a proposito dell’eventualità di un voto anticipato dopo la rottura nel Pdl e aggiunge che il suo obiettivo è "collegarci con le forze che vogliono fare le riforme per mettere in piedi un paese che si sta fratturando". Rutelli ha poi spiegato che "si è rotto il partito più grande, di fatto si è rotto il bipolarismo e ora bisogna unire le forze che vogliono fare le riforme necessarie e che vogliono esercitare la responsabilità e lo spirito costruttivo".

Cesa: "Linea comune" Il Grande Centro? Un terzo polo? Il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, non vuole chiamarlo così e al termine della riunione sulla mozione di sfiducia a Caliendo osserva: "Oggi nasce un’area di responsabilità che speriamo vada oltre il caso Caliendo e continui anche su altre questioni. Nasce un’area - ha proseguito Cesa - che a settembre-ottobre speriamo possa convergere anche su altre questioni che il parlamento affronterà". A chi gli domanda come vede un’alleanza elettorale tra Casini e Fini, il segretario dell’Udc risponde: "Noi siamo all’opposizione, loro in maggioranza. Vediamo...per ora le convergenze vanno realizzate nei luoghi istituzionali, cioè in parlamento su questioni che sono in calendario.

Quello di oggi tuttavia è un dato positivo".

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