Cambia il cibo etnico Sbarca a Milano il kebab all'italiana

Cambia il cibo etnico Sbarca a Milano il kebab all'italiana

Piadina romagnola ripiena di hummus. In un sodalizio emiliano-mediorientale che i milanesi stanno imparando ad apprezzare. Succede in un punto vendita di kekab molto speciale. Si chiama «Nun», si trova in via Lazzaro Spallazanzani, a due passi da corso Buenos Aires, ed è l'unico della città gestito da italiani e nel quale si usa esclusivamente carne nostrana. Ad aprirlo sono stati otto giovani - quattro milanesi e quattro di seconda generazione - tutti dai 27 ai 30 anni. Hanno preso i loro risparmi e hanno deciso di diventare imprenditori, puntando sul cibo etnico di qualità. Così è nato questo piccolissimo ristorante, che punta su design, qualità e cortesia. Il bancone è bianco e pulitissimo. Non c'è alcun pezzo di carne che cuoce in bella vista. Nessuna vetrina piena di cibo, nessun odore sgradevole. Solo un paio di tavoli di legno per appoggiarsi e una vasta selezione di birre e bibite. In alto, una lavagna che propone decine di ricette, tutti kekab rivisitati in chiave moderna, conditi con salse fatte in casa e diversi condimenti. Alla cassa c'è uno dei titolari, Damiano Briguglio. «L'idea ci è venuta un po' per caso - racconta -. Principalmente perché siamo tutti molto appassionati di kebab e del cibo etnico in generale. Dopo averne provati a decine abbiamo deciso di tentare di associare ricette diverse, anche con l'aiuto dei nostri soci che hanno genitori eritrei e iraniani». Il primo passo è stato una ricerca di mercato in città. «Abbiamo fatto tantissime interviste, sia online sia di persona, chiedendo alla gente cosa amasse e cosa invece non apprezzasse dei punti vendita di kebab. Ci siamo resi conto dei punti deboli e abbiamo deciso di fare meglio». Così è nato questo locale che si distingue dalle centinaia di ristoranti etnici della zona proprio perché a cucinare sono ragazzi italiani. «Innanzi tutto abbiamo puntato sulla qualità degli ingredienti. Utilizziamo esclusivamente pollo italiano, che risulta più leggero. Inoltre proponiamo decine di condimenti diversi e le salse sono tutte fatte in casa con ingredienti di derivazione certificata». Il secondo passo è stato aumentare l'offerta. «I negozi di kebab vendono solo panini conditi con un paio di salse, al limite la pizza. Noi combiniamo ricette mediorientali diverse, le rivisitiamo. E permettiamo di scegliere anche il pane, visto che abbiamo addirittura la piadina romagnola. E poi stiamo attenti alle diverse esigenze alimentari, proponendo menu per vegetariani, vegani e celiaci». Il risultato è promettente, visto che il fatturato del primo mese ha già superato le aspettative più rosee. «Abbiamo clienti di qualunque genere. Non solo ragazzini ma anche persone di una certa età. Comitive di ragazzi più grandi. E gli alberghi, dai quali siamo circondati. Vengono i turisti, che sono attratti dai drink. Ma anche i dipendenti che vogliono mangiare qualcosa». Attratti dal design e dall'igiene, che è una vera e propria ossessione. «Chi sta in cassa e maneggia soldi, poi se tocca il cibo mette i guanti».

È nato il kebab made in Italy.

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