Luigi Cucchi
Sergio Dompè, milanese, 50 anni (il prossimo 14 ottobre), è il nuovo presidente di Farmindustria, lAssociazione degli industriali farmaceutici italiani. Succede a Fedrico Nazzari. Già vicepresidente di Farmindustria dal 1986 al 1994 e presidente del Gruppo biotecnologie della stessa associazione dal 1996 al 1999, fa parte del consiglio direttivo di Federchimica. Nel 1976, a 21 anni, è entrato nellazienda farmaceutica (fondata dal padre nel 1940) e con determinazione lha fatta crescere fino a farla diventare una tra le prime aziende italiane.
Nel 1988 fonda la Dompè Biotec, nel 1993 realizza a lAquila un moderno insediamento industriale collegato a un centro di ricerche. Nel 1996 Sergio Dompè riceve la laurea honoris causa in biotecnologie dallUniversità di Bologna, nel marzo del 2005 quella, ancora ad honorem, in biotecnologie mediche a LAquila.
Da quasi trentanni Sergio Dompè è attivo nel mondo farmaceutico, di cui conosce a fondo i problemi e le potenzialità. Dai padri dellindustria farmaceutica italiana (Alberto Aleotti, Claudio Cavazza, Arrigo Recordati, Luigi Rovati, Pietro Bertarelli) ha ricevuto conoscenza, coraggio e professionalità. Possiede i tratti dei giovani bostoniani, in realtà è un caparbio self made man che ha investito molto per continuare a crescere. Il nuovo presidente di Farmindustria ha saputo ottimizzare sinergie e collaborare con i rappresentanti dei più qualificati centri di eccellenza. Le sue doti umane lo facilitano nella comunicazione e nel dialogo. Ma la sfida è tuttaltro che facile.
Lindustria farmaceutica italiana è accerchiata su quattro lati. Non è mai stata considerata strategica dal mondo politico per lo sviluppo economico del Paese. Già negli anni Settanta si parlava di un piano di settore. Un libro rimasto nel cassetto dei sogni. Con notevole miopia le industrie farmaceutiche sono state considerate galline dalle uova doro. Non si è mai favorito il reinvestimento degli utili nella ricerca. Si sono imposti crescenti balzelli e norme penalizzanti per contenere la spesa sanitaria. Non si è voluto intervenire su quella ospedaliera e neppure sui costi della distribuzione dei farmaci.
I prezzi già tra i più contenuti in Europa sono diminuiti dell'1% nel 2004 e del 5% dal 2002. La spesa farmaceutica totale rimane più bassa rispetto alla media europea: Italia 323 euro pro-capite, Francia 493, Germania 444, Regno Unito 401. Occorre molta determinazione per superare questo accerchiamento. Dompè come prima mossa ha voluto stringere i ranghi e coagulare le forze.
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