Camera, il processo a Israele mette in imbarazzo Bertinotti
13 Settembre 2006 - 00:00Il presidente di Montecitorio costretto alle scuse per il convegno organizzato in aula dai Comunisti contro limperialismo e il sionismo
Anna Maria Greco
da Roma
Fausto Bertinotti è costretto a prendere le distanze dal convegno anti-Israele dell11 settembre, a Montecitorio. Lo fa personalmente, definendo «inaudito per gravità» ogni atteggiamento che metta in discussione l'esistenza e la legittimità dello Stato di Israele; e come presidente della Camera, che «non ha colpe» nella vicenda perchè non può sindacare le iniziative dei gruppi parlamentari, che sono nella «loro responsabilità esclusiva». Il partito in questione è il Pdci di Oliviero Diliberto, che ha chiesto la sala per il contestato incontro organizzato dall«Islamic anti-defamation League» (Iadl). E ora tace.
Le polemiche della Cdl sono sempre più incandescenti e si allargano alla trasmissione di Canale 5, Matrix, che sempre nella giornata in ricordo dellattentato alle Twin Tower ha dedicato una puntata a chi vede dietro la strage un complotto dello stesso George W. Bush e alla decisione di Raitre di trasmettere ieri sera il film di Michael Moore che critica duramente il presidente Usa. LUnione delle comunità ebraiche austriache fa sapere, intanto, che Moishe Friedmann (che alla Camera ha pronunciato le frasi più gravi su Israele) «non è mai stato accreditato come rabbino in Austria dove ha tentato di fondare una comunità ortodossa alternativa». Ed è stato allontanato per i suoi contatti con lestrema destra austriaca e il suo «aperto sostegno» allIran e ad Hezbollah. Davvero un bel relatore per dare lezioni nel nostro Parlamento. Friedmann, però, si dice stupito degli attacchi «razzisti» nei suoi confronti. Vuole incontrare Bertinotti e i capigruppo. «Criticare Israele è diventato un reato? Il sionismo non rappresenta il popolo ebraico».
Al centro della bufera, il presidente della Camera e leader del Prc fa ogni sforzo per distinguere la sua posizione. «Penso che la costruzione di due Stati, per due popoli che possano convivere per il futuro, è l'unica possibilità di pensare la pace nel Mediterraneo». Per Bertinotti, la Camera non può sindacare i convegni proposti dai gruppi parlamentari. «Non c'entra «nè punto nè poco».
Ma non è così facile chiudere la faccenda. «Trovo molto triste - dice il coordinatore di Fi, Sandro Bondi - che nel giorno in cui tutto il mondo ha ricordato e onorato le vittime del terrorismo, e inviato al popolo e al governo americano, i sentimenti della solidarietà e dellamicizia, in Italia abbiamo dovuto assistere alle farneticazioni di coloro che odiano lAmerica e odiano Israele». Parla, con «incredulità e sdegno», del convegno di Montecitorio, ma anche di Matrix dove sono state discusse, «come fossero serie e credibili le tesi di coloro che fanno addirittura risalire al governo americano la responsabilità dellaccaduto», e della trasmissione di Fahrenheit 9/11 di Moore.
Per Maurizio Gasparri di An Bertinotti non può «cavarsela con unalzata di spalle» per quel «vergognoso» convegno: bisogna rivedere le regole per lassegnazione delle sale della Camera. «La libertà di espressione è sacrosanta, ma lantisemitismo e laggressione verbale fatta ad Israele da chi plaude al terrorismo non rientra nella libertà di espressione». Lazzurro Gaetano Quagliarello, invita Bertinotti a presentare scuse formali ad Israele. «I presidenti del Parlamento non sono degli affitta-camere. Che avrebbe fatto Bertinotti se per il 25 aprile qualcuno gli avesse chiesto una sala per negare la consistenza storico-morale della Resistenza o il 2 giugno per dimostrare che la monarchia, in realtà, è prevalsa nel referendum istituzionale?». Quantomeno, aggiunge Antonio Leone di Fi, è colpevole di «mancata vigilanza».
Qualche critica anche dallUnione: il Ds Emanuele Fiano, segretario dellassociazione «Sinistra per Israele», chiede a Bertinotti di chiarire tutto, «anche se la responsabilità diretta appartiene al deputato che ha firmato la concessione delluso della sala».
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