Antonello Mosca
Se andate a Firenze potete fermarvi all'Hotel Degli Orafi. Ristrutturato dopo lungo tempo questo albergo fu reso famoso per l'adattamento cinematografico che James Ivory fece nel 1985 dal romanzo di E.L. Forster Camera con vista. Quella camera al quarto piano è la più ricercata e la più prenotata, con la finestra che, sovrastando il Corridoio Vasariano, permette di affacciarsi sul fiume e di godere della vista del Ponte Vecchio e di tutto l'Oltrarno. Proprietaria dell'hotel è Paola Brini, una giovane ma dinamica imprenditrice che si dedica alla sua importante casa vinicola, produttrice di un Chianti Classico distribuito in tutto il mondo. Visitare la casa di una donna giovane, con un lavoro diversificato ma importante, permette sempre di scoprire qualcosa di diverso nel mondo dell'arredamento.
«Ho sempre avuto una passione per l'arredo - si confessa la Brini - e ho accumulato ogni settimana riviste specializzate che trattano questo tema e appena ho un minuto libero mi piace andare a visitare negozi che offrono le ultime novità. Il mondo del design è in vero fermento e oltre alla continua presentazione di nuove creazioni, si susseguono mostre e incontri ad ogni livello. Credo che il design sia ormai come la moda, è presente ovunque e in mille espressioni».
La sua casa mi diceva che è nata seguendo tre temi fondamentali?
«È esatto e sono il gusto, la funzionalità e la comodità. Il gusto in quanto penso che la casa rispecchia noi stessi e quindi occorre arredarla secondo il nostro stile in maniera da sentirsi a proprio agio il più possibile. La funzionalità è oggi elemento proposto dal mercato tecnologico: dal campo audiovisivo agli elettrodomestici e agli arredi nati dalla "bioarchitettura". La comodità nasce invece dall'arte di saper attingere dalla funzionalità tutto ciò che serve davvero ad una famiglia, ai suoi movimenti, alle sue abitudini».
Tre temi che dicevamo fondamentali, ma che certamente trovano la loro migliore espressione in un certo modo di arredare.
«Me ne sono accorta man mano che procedevo nella sistemazione dei miei spazi, e il mescolare cose classiche con cose moderne è stata la chiave che mi ha permesso di ottenere i risultati migliori».
Lei, da buona Toscana, è certamenete unamante dell'arte?
«Si e l'arte non credo possa essere assente in una casa. È una sensazione emozionante ammirare un'opera scaturita dal genio di un pittore o di uno scultore vissuti secoli fa. Si riesce a sentire la dimensione del tempo e i nostri sensi captano una sorta di "vibrazioni" che la passione dell'artista esprime nelle sue opere. Effetti affascinanti che, che fortunatamente riesco a godermi all'interno della mia casa».
E il suo soggiorno?
«Il luogo dove possiamo condividere il tempo tra tutti i famigliari. Con una serie di grandi e comode sedute, il ,posto per i libri, quello per seguire televisore e mille apparecchiature che gli stanno attorno, uno spazio dedicato al pranzo ampio ed anche intimo. Qui il mixer di antico e moderno è davvero esplicativo, con pezzi d'antiquariato ed oggetti di alto design, un poco quello che avviene anche nelle altre stanze della casa, come la camera da letto, essenziale fatta di ricordi e di suggestioni, come pure i bagni, ormai oggi divenuti qualcosa di importante».
E la cucina?
«Credo che sia uno dei luoghi più interessanti della mia casa, e quando gli impegni me lo permettono, amo trascorrervi molto tempo nel preparare piatti particolari. Oggi poi le apparecchiature tecnologiche aiutano non poco e permettono di abbreviare molto i tempi di lavoro».
Cosa c'è nella sua casa a cui non rinuncerebbe mai?
«Le sembrerà strano, ma lo affermo decisamente e senza ripensamenti: le fotografie dei famigliari, capaci di riportare alla memoria tutti i nostri ricordi».
E dell'arredo di oggi cosa ne pensa.
«Credo occorra molta fantasia e basta perché l'offerta è davvero molto imponente».
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