L' obiettivo è senz'altro ambizioso: «competere» con il Cammino di Santiago e diventare un'alternativa al gettonatissimo pellegrinaggio che dai Pirenei attraversa l'intera Spagna. La Ruta Mariana, dal 2009, è un itinerario di fede e cultura che unisce cinque santuari: il Pilar, a Saragozza, Torreciudad e Montserrat, in Catalogna, Lourdes, in Francia. A questi, dal 2014, si è aggiunto il santuario di Nostra Signora di Meritxell, in Andorra, il principato di appena 468 chilometri quadrati di estensione con 76mila abitanti, un fazzoletto di terra ai piedi dei Pirenei. Un Cammino di cinque tappe, con tre paesi coinvolti, e che richiama ogni anno oltre 12 milioni di visitatori. Un Cammino, tuttavia, che si presenta molto diverso da quello di Santiago. Già, perché non ha un inizio e una fine, ovvero le tappe sono tutte e cinque separate e ciascun pellegrino può scegliere liberamente quale effettuare, nell'ordine che preferisce; un cammino, inoltre, che al momento si può compiere solo con bus e auto, poiché l'attraversamento dei Pirenei è impossibile a piedi o in bicicletta. «A differenza del Cammino di Santiago spiega Joaquin Bellido Millàn, dell'Ufficio di promozione della Ruta Mariana, nata nel 2009 come associazione no profit - la Ruta è una via aperta, non chiusa. Non c'è un itinerario fisso, un punto di partenza e uno di arrivo: si può iniziare da un santuario e finire in un altro, oppure viverla come un solo grande pellegrinaggio. Chi arriva dal Messico farà il percorso da Madrid e chi arriva dall'Italia, per esempio, farà invece il percorso che parte da Lourdes o Barcellona».
Attualmente, infatti, questa Ruta ha origine dall'antico itinerario mariano «Pilar-Torreciudad-Lourdes» battuto dai pellegrini medievali. «La Ruta Mariana vuole offrire spiritualità, cultura, arte, devozione, natura prosegue Bellido Millàn -. Un mix perfetto per consentire al pellegrino di vivere tutti questi aspetti in un'unica destinazione».
L'ultima tappa aggiunta è appunto il santuario di Meritxell, nel cuore dell'Andorra: un sito dichiarato di interesse culturale, riconosciuto recentemente da Papa Francesco con la dignità di «Basilica inferiore». Si tratta di un complesso formato dall'antico santuario e dalla chiesa nuova. «Il nome del santuario Meritxell è di origine latina e viene da meridie, luce di Mezzogiorno spiega padre Emilio Villegas, vicario parrocchiale di Encamp, una delle parrocchie vicine al Santuario - perché la Vergine di Meritxell è il faro spirituale per la nostra fede e il punto di riferimento per tutti quelli che vengono qui in pellegrinaggio».
Il santuario di Nostra Signora di Meritxell, insomma, ricopre un ruolo importante per tutto il popolo di Andorra, al 99% di fede cattolica. «Il culto di Meritxell è molto importante per noi andorrani prosegue padre Emilio - perché è la patrona del nostro Paese e siamo molto felici che sia stata inserita nella Ruta Mariana».
Per il portavoce del ministro del Turismo andorrano, Enric Torres Arauz, è un'occasione preziosa per puntare sul turismo, non solo religioso: «Il numero dei turisti in Andorra nel 2018 è stato di 8,3 milioni. L'anno passato fu di oltre 3 milioni di turisti che pernottarono nel Paese almeno tre notti. Questa crescita fa ben sperare e ci auguriamo che il numero continui ad aumentare anche il prossimo anno. La Ruta Mariana è sicuramente un traino e ci permette di far conoscere la nostra arte romanica e specialmente la nostra Basilica minore di Meritxell dice - e ci consente anche di far conoscere il resto dei monumenti turistici del Paese».
L'Andorra, infatti, con le sue 44 chiese romaniche, sfoggia in tutto il Paese autentici gioielli storici e artistici. E anche se da cinque anni, grazie a una vasta riforma di pulizia e trasparenza, l'Andorra non è più considerata un paradiso fiscale, il Principato continua ad essere una meta affascinante e ricca di curiosità. Come il fatto di essere uno dei pochi paesi al mondo con due capi di stato (co-principi), ovvero il vescovo della diocesi catalana di Urgell, Joan Enric Vives i Sicilia, e il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron.
Con 72 vette che superano i duemila metri di altezza, e 303 chilometri di piste sciistiche, l'Andorra ambisce a potenziare il flusso degli arrivi puntando sugli eventi sportivi. «Stiamo promuovendo una vasta campagna per sostenere il principato come una destinazione per lo sport», continua Enric Torres Arauz. «Nel 2021 il tour de France farà nuovamente tappa qui, dopo cinque anni, mentre per la Vuelta di Spagna è diventato un passaggio abitudinario. Non dimentichiamo poi che ci sono tanti altri eventi legati alla montagna e che la finale della Coppa del mondo di sci di quest'anno si è tenuta a Soldeu, in Andorra».
Tra il verde delle colline e le vette mozzafiato, l'Andorra è al quinto posto tra i paesi con la maggiore aspettativa di vita al mondo; non ha mai avuto un esercito e il suo popolo e la sua storia sono
caratterizzati dalla natura pacifista. Gli abitanti sono trilingue per natura, essendo l'unico paese al mondo che ha il catalano come unica lingua ufficiale. E il suo parlamento, la Casa de la Vella, è il più piccolo d'Europa.
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