Camorra a Roma La Bernardini rincara la dose

da Milano

Ora Rita Bernardini ci ha preso gusto. Il suo allarme sul radicamento della camorra nel centro di Roma venerdì era stato accolto da bordate di disapprovazione, da destra a sinistra.
Lei stessa era sembrata stupita dal frastuono provocato dalle sue dichiarazioni, rilasciate - in modo un po’ estemporaneo - nel corso di una conferenza stampa di partito nella sede di Torre Argentina, a pochi metri da quei «palazzi del potere» che la segretaria dei radicali italiani vede accerchiati dall’avanzata di una criminalità dedita al riciclaggio di denaro frutto di spaccio e attività illegali.
Da Rifondazione alla «Destra» di Storace, tutti avevano bollato come «insensato» o «razzista» il ragionamento che la Bernardini aveva portato a sostegno della sua «impressione personale». Per tutti il sempre più diffuso accento napoletano parlato nei locali dell’Urbe è legato alle attività gastronomiche più che a quelle criminali.
Il giorno dopo, l’indicatore dell’inflessione dialettale continua a non convincere: per Giovanni Russo Spena (Rifondazione comunista) è «una sciocchezza», per Nello Formisano «superficiale e confuso», per Mara Carfagna (Forza Italia) si tratta di «parole fuori luogo che offendono milioni di napoletani sparando nel mucchio».
Nel merito, però, qualcuno l’allarme lo ha preso sul serio. Per lo stesso capogruppo di Rifondazione comunista, è «verosimile», ed è «sbagliato liquidarlo soffermandosi soltanto su una battuta di dubbio gusto». Anche Francesco Giro, coordinatore romano di Forza Italia, ha fatto sapere di condividere «dalla prima all’ultima riga la dichiarazione della Bernardini», anche perchè «alcuni locali pagano fino a 40mila euro di affitto mensili dopo ristrutturazioni imponenti».


La segretaria dei radicali dunque ha rilanciato: «Il modo per offendere i tantissimi napoletani onesti è quello di tacere e nascondere la testa sotto la sabbia», ha dichiarato ieri la dirigente pannelliana, approfittandone per sottolineare gli accenti antiproibizionisti della sua uscita: «Hanno idea, lor signori - ha chiesto - di quale consistenza abbia lo spaccio di cocaina a Roma? E dove credono che vada a finire?».

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