(...) Tra i motivi della revoca ci sono la condanna definitiva per reati contro il patrimonio o le persone, labbandono della struttura per più di un mese senza avviso, il rifiuto per due volte a un percorso di inserimento al lavoro proposto dal Comune, levasione dellobbligo scolastico da parte dei figli. In questi casi, la famiglia deve abbandonare il campo entro 48 ore, ma ha lo stesso tempo per fare «ricorso». La protesta va indirizzata al presidente del Comitato di gestione, che dura un anno e ha in carico tutte le aree - decide accessi, revoche, allontanamenti degli ospiti - senza ricevere compensi. È composto da un dirigente scelto dal sindaco, che diventa presidente (in pole cè il direttore della Casa della carità, don Virginio Colmegna), un dirigente di Servizi sociali, Sicurezza, Decentramento e polizia locale. Ogni anno a febbraio il Comitato invia al sindaco un report su attività e spese sostenute e due volte lanno fa un sopralluogo nei campi con polizia, Asl, Arpa e vigili del fuoco.
Il controllo diretto spetta invece al gestore sociale - uno per campo - che svolge una vera e propria attività di «portierato», una sorta di amministratore di condominio. Per accedere i rom e gli immigrati (solo con permesso di soggiorno) devono mostrare il tesserino di riconoscimento, e le assenze oltre 48 ore vengono registrate. «Rimbalzato» chi ha un reddito familiare tale da permettersi unabitazione diversa e chi ha già una proprietà sul territorio nazionale. Allinterno del campo, gli ospiti devono attenersi a una serie di comportamenti: usare solo elettrodomestici a norma, i contenitori della differenziata, non intralciare i passaggi pedonali e per i veicoli, non lasciare incustoditi arnesi da lavoro, da cucina e quanto può causare pericolo, non costruire verande o manufatti non autorizzati (o verranno demoliti, a spese dei trasgressori). Entro le ore 22, stop alle attività allaperto che possano disturbare e fine delle visite da parte di amici e parenti che per entrare devono farsi identificare allingresso dalloperatore sociale. Vanno dichiarati anche gli animali domestici (e non devono disturbare la quiete).
Come in un campeggio qualsiasi, i nomadi devono pagare acqua, luce e gas, tutti i maggiorenni una quota di un euro al giorno che viene sospesa per i giorni di assenza se vengono comunicati almeno 10 giorni prima e per quei casi che il Comune può decidere di escludere. Gli ospiti devono risarcire eventuali danni, anche da parte dei figli piccoli. Per chi viola le norme scattano multe da 25 a 500 euro, somme che il Comune destinerà a un Fondo per le spese di funzionamento e per realizzazione di opere e interventi nei campi. Il comitato di gestione verrà istituito entro un mese, ed entro tre - quindi entro il 31 maggio - il Comune verificherà la presenza di chi si trova nelle aree di sosta.
«Ringrazio il prefetto, senza il suo lavoro certosino di raccordo col Comune saremmo fermi al regolamento di 30 anni fa - afferma il vicesindaco Riccardo De Corato -.
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