nostro inviato a Sanremo
Una pantera e due polli. La pantera è Fabian Cancellara, che di italiano purtroppo ha solo il cognome e il papà, a denominazione di origine lucana. Italiani al cento per cento, purtroppo, sono i due pollastri, casualmente entrambi veneti: Pozzato e Ballan.
Questi due talenti del nostro vivaio corrono una grande Sanremo fino a un chilometro dall'arrivo, praticamente fino in fondo al Poggio. Una volta arrivati lì, si trovano davanti a una telefonata: è di Cancellara, che li avverte - da settimane, ormai - del suo attacco finale. È come se un Pirlo o un Del Piero avvertissero il portiere, guarda che adesso tiro, e il portiere si girasse dall'altra parte. Stessa storia. Per comprendere pienamente la prevedibilità del gesto, e il clamoroso sfondone dei nostri due, basta conoscere l'abc del ciclismo moderno: Cancellara, 27 anni, è campione del mondo a cronometro da due anni. Per quanto mi riguarda, è anche il vincitore della prossima crono olimpica di Pechino. Tecnicamente, è quel genere di locomotiva che quando prende velocità nessuno riesce più a fermare. Una forza della natura. Per di più molto scaltra. Una pantera. Ancora giovane, ha già vinto pure una Parigi-Roubaix, che resta sempre affare per uomini rambo. Oltretutto, tanto perché nessuno possa nemmeno azzardarsi ad invocare il fattore sorpresa, ha appena vinto i due impegni d'inizio stagione, la corsa Eroica sugli sterrati senesi e la Tirreno-Adriatico. Arrivando al grande appuntamento di Riviera, non ha nemmeno fatto la gattamorta. Compiendo gli anni pochi giorni fa, ha tranquillamente annunciato il suo regalo: «Me lo faccio sabato, a Sanremo».
Tutto questo background porta a una doverosa conclusione: vietato parlare di blitz. Se qualcuno parla di blitz, gli vanno segate le gambe. Tutto il mondo sapeva che Cancellara ci avrebbe provato. E che ci avrebbe provato proprio lì, sul lungomare di Sanremo, dopo avere magistralmente controllato gli scatti di giornata (valorosi Bettini e Rebellin).
Tutto il mondo lo sapeva, tranne Pozzato e Ballan. Evidentemente. Difatti, quando Cancellara accelera con la puntualità di un treno svizzero, loro due sono a farfalle. E quando provano a inseguirlo, è già tardi. Quello, quando parte, si ferma soltanto all'ultima fermata. Sotto lo striscione, a mani alzate.
I due compagni di merende, presentandosi battutissimi sul traguardo, sembrano sbarcati da marte. Pozzato, secondo, fornisce questa amabile spiegazione: «Purtroppo si sa che quando lasci venti metri a Cancellara non glieli riprendi più». Parla come un libro stampato. Ma rende ancora più urgente la domanda del giorno: come si fa a lasciarsi sorprendere da un attacco tanto annunciato? Mancavano solo i manifesti sui muri: attenzione, Cancellara avverte la cittadinanza che quest'oggi, intorno alle 17, tenterà di vincere la Sanremo con una stoccata nell'ultimo chilometro. Si sapeva veramente tutto. Ai Pozzato e ai Ballan sarebbe bastato incollarsi alla ruota svizzera - legarsi, incatenarsi, saldarsi - per poi giocarsi tutto nello sprint, terreno dove sono più forti. Niente da fare: nel momento decisivo, il massimo che si concedono è un laconico sguardo reciproco, come a dire perché non lo insegui? Nel suo genere, un'impresa: riescono a farsi sorprendere dallo scatto più telefonato del secolo. Polli. Non c'è altro da dire.
Forse resta da aggiungere che comunque vince il più forte del momento. Questo, innegabilmente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.