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Il cane più vecchio al mondo? È milanese e si chiama Dick

MilanoA guardarlo così, mentre fa il giretto nel giardino sotto casa, non dimostra nemmeno la sua età. Certo, si vede che non è più nel pieno delle forze e che qualche difficoltà di movimento ce l’ha. Eppure... «Ma guardi che questo qui ha più anni di me e lei messi insieme». Bastardino, pelo rosso, taglia piccola: eccolo il cane più vecchio del mondo. Milanese doc, Dick con i suoi 23 anni (pari ai nostri 161) compiuti il 25 aprile scorso, con tanto di certificato firmato dal veterinario, ha battuto tutti i record di longevità degli altri amici a quattro zampe. Prima di lui, il primato era di una cagnetta americana, entrata nel guinness dopo 21 compleanni. E se non fosse stato per una telefonata, i signori Suardi padroni del meticcio, non si sarebbero neanche accorti di avere in casa un fenomeno della natura. «Ci ha chiamato nostra nipote per avvisarci che Dick, essendo ben più vecchio di quella cagnetta, era lui il più anziano del mondo».
Settantadue anni il signor Celeste, settantatré la signora Giuseppina e una vita vissuta insieme. Al cane ovviamente. «Fino a qualche tempo fa non potevamo nemmeno tenerlo fuori dalla stanza. Appena ci sentiva entrare in camera, saltava sul materasso e si metteva in mezzo a noi. Era geloso. E sa, come si faceva a dirgli di no». C’è di buono che adesso l’agilità non gli permette più di far quel balzo atletico per infilarsi sotto le coperte e qualche ora di sonno il vecchio Dick la concede ai suoi padroni. In fondo la sua cuccetta ce l’ha, accanto al divano e quando la signora Giuseppina accende il televisore si mette anche lui davanti allo schermo. Va bene, ora la vista non è più quella di prima, e l’udito nemmeno. Ma che importa, lui l’affetto e la vicinanza dei suoi cari li sente. A istinto.
«Lo abbiamo sempre trattato come un re. Quello che mangiamo noi, mangia lui. Pollo, arrosto, bistecche. Ne va ghiotto». Per non parlare dei viaggi. Cane di mondo, Dick. È andato in lungo e in largo per la Sardegna, mica scherzi. Guai a poter immaginare il giorno in cui non ci sarà più. «Non ci voglio nemmeno pensare. Per noi è come un figlio». Già, proprio così. Quando ripensa a come è iniziato tutto, il signor Celeste quasi si commuove. Tira fuori dal cassetto una vecchia fotografia di Dick da giovane, prende un respiro come se dovesse raccontare una favola e comincia a ricordare. «Facevo il custode in una palazzina qui a Milano e un giorno una signora mi chiese se volevo un cucciolo, maschio o femmina. Io ho scelto il maschietto». Era il 25 aprile 1986. Da allora non si sono separati mai più. «Lo portavo sempre con me, dovunque andassi e ho dovuto persino lottare con mia moglie per tenerlo». Perché la signora Giuseppina non era tanto dell’idea di avere per casa quel cagnetto che distruggeva i divani, grattava le porte, mangiava sedie e tavoli. «Non le dico cosa mi ha combinato. Abbiamo discusso con mio marito per tenerlo con noi. Dopo, insomma. Cosa vuole...».
Che spavento quella volta quando non l’hanno più visto tornare. Tutta colpa delle cagnette che a Dick hanno sempre fatto perdere la testa e anche la strada di casa. «È rientrato dopo due notti, e io piangevo perché ero sicuro di averlo perso». Ora invece il signor Suardi è lì che se lo coccola tra le braccia che è un piacere. Sta anche pensando di inserirlo nel guinness dei primati, basta che gli spieghino come si fa. «Il veterinario non ci crede quando gli dico che sta bene. Di solito i cani vivono 16 o 17 anni». Se sapesse che l’hanno contattato anche le istituzioni milanesi per dargli un premio. «Gli consegnerò un riconoscimento alla prossima iniziativa per i cani benemeriti - conferma Gianluca Comazzi, Garante per la Tutela degli Animali del Comune di Milano -.

Siamo orgogliosi di avere nella nostra città questo primato di longevità che testimonia l’affetto dei cittadini e l’attenzione che i nostri uffici hanno riservato agli animali con azioni concrete, come il canile più grande d’Italia e il nucleo delle guardie ecozoofile contro il maltrattamento».

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