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Cannavaro, record in azzurro: "Il ciclo dei vecchietti non è finito"

Supera Maldini e diventa il più azzurro di sempre: "Il rinnovamento? Aspettiamo dopo i Mondiali"

Cannavaro, record in azzurro: 
"Il ciclo dei vecchietti non è finito"

Deve essere stato piuttosto brutto raggiungere il traguardo di Paolo Maldini proprio nella partita che ci ha eliminati dalla Confederations Cup. Per questo Fabio Cannavaro stasera contro la Svizzera sarà doppiamente contento di diventare il recordman azzurro di presenze in Nazionale, 127: certo, per l’onore che comporta, ma anche per cominciare nel migliore dei modi la stagione che porta al mondiale sudafricano.

Da quel 22 gennaio del 1997 (amichevole contro l’Irlanda del Nord) fino a stasera, la strada di Cannavaro è stata lunga. Delusioni, come l’Europeo 2000 perso per un soffio. E gioie immense, come il titolo mondiale in Germania vinto ai rigori. Tutto questo sarà ricordato da una targa che la Federcalcio gli donerà prima del match. Cannavaro vestirà anche scarpe speciali con la data della partita e la scritta “127”. «Sono orgoglioso di questo record. Ma non finisce qui: sono diventato Pallone d’oro a 33 anni, credo di poter dare ancora molto al calcio» la sua carica. Lo juventino poi smonta la polemica sui “vecchietti”: «Ai tempi del mio primo mondiale, nel 1998, in Nazionale c’erano Bergomi e Costacurta: e nessuno si sognava di mandarli via. Basta con questi discorsi».

Cannavaro però non nega che il momento del rinnovamento sia vicino: «Il ciclo di questa rosa terminerà col Mondiale del prossimo anno. Poi si penserà a nuovi inserimenti, anche se non sarà facile: in Italia c’è poco spazio. Avete visto Inter-Lazio di supercoppa? Quanti stranieri erano in campo? E quanti italiani?».

La questione generazionale aleggia sempre sopra il ritiro degli azzurri. Al riguardo si è espresso anche Gianluigi Buffon. Insieme a Cannavaro tante battaglie, a Parma, a Torino, in azzurro. Normale che i pensieri siano simili: «Quando vado all’estero mi chiamano leggenda, e ciò mi riempie d’orgoglio. Poi arrivo in Italia e c’è chi si domanda perché noi vecchietti siamo ancora in Nazionale. Nel nostro Paese insomma c’è poco rispetto». L’amichevole di stasera servirà dunque a confermare che il gruppo storico è ancora in forma ma pure a verificare che la linea verde sia affidabile. «Lippi ha ragione, non c’è più tempo da perdere. La Confederations Cup ci ha creato qualche dubbio, non c’è bisogno di rivoluzioni ma di qualche innesto all’altezza. Abbiamo una probabilità su un miliardo di rivincere il mondiale: ma sono le stesse che avevamo anche prima del 2006...». Buffon assicura comunque che il gap tra giovani e vecchi non si sente: «Il rapporto è molto buono. Loro sono educati, rispettosi, speriamo ci regalino sorprese».

Le stesse sorprese tanto attese da Marcello Lippi. Se ha convocato per la prima volta Criscito e Marchisio non è per premio, riconoscenza o per l’assenza di pedine importanti (per esempio Gattuso e De Rossi). Semmai, lo ha fatto per tutti e tre i motivi più uno, maggiormente importante: li ha convocati perché crede in loro. Tanto da lanciarli subito nella mischia: «Giocheranno dal primo minuto» ha assicurato il ct. Sarà pure un’amichevole ma Lippi vuole approfondire la conoscenza dei due nuovi arrivati, di cui apprezza la versatilità. Criscito può ricoprire tutti i ruoli difensivi, eccetto l’esterno destro, e Marchisio può vestire i panni di interno destro o sinistro a seconda dell’occasione.

Perciò, eccoli nella formazione di stasera. I dubbi di Lippi non sono molti. Dopo il naufragio del 4-3-3 della Confederations, confermato il 4-4-2, declinato nella versione con il rombo. Buffon in porta, difesa con Zambrotta, Cannavaro e Chiellini insieme alla novità Criscito. Davanti alla linea difensiva toccherà a Palombo non far rimpiangere De Rossi, dietro alle due punte giocherà Pirlo. I due interni, Camoranesi e Marchisio, possono scambiarsi di posizione ma, almeno all’inizio, sarà l’italoargentino a mettersi sulla destra.

Davanti la coppia Rossi-Gilardino. Lippi a fine allenamento ha parlato a lungo con Iaquinta, probabilmente comunicandogli e motivandogli l’esclusione.

Ma lo juventino non deve temere, per lui ci sarà spazio a partita in corso. Lippi ha in programma sei cambi e Iaquinta prenderà il posto di Gilardino. Gli altri saranno Santon-Zambrotta, Grosso-Criscito, D’Agostino-Pirlo, Di Natale-Rossi e Pepe-Camoranesi.

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