Cannes copia Venezia: tutte anteprime Scamarcio atteso anche sulla Croisette

Fuori concorso è sicuro «Centochiodi» di Olmi: per lui una serata omaggio

da Roma

Il metodo Müller ha fatto scuola. Da quest’anno anche Cannes predilige anteprime assolute, sul modello veneziano. Il direttore Thierry Frémaux non la butta giù dura, dovrà fare qualche eccezione, ma certo l’idea è di avere una nutrita schiera di primizie mondiali, per ridare un po’ di smalto alla selezione in occasione del Sessantennale.
Un’eccezione potrebbe riguardare proprio l’Italia. Nel senso che i selezionatori hanno molto apprezzato Mio fratello è figlio unico, il film di Daniele Luchetti tratto dal romanzo Il fasciocomunista di Antonio Pennacchi, starring Riccardo Scamarcio, seppure in un ruolo minore rispetto al protagonista Elio Germano. Sia per il tema (l’apprendistato politico del vitalista Accio Benassi, prima seminarista, poi picchiatore fascista, infine comunista nel Movimento studentesco), sia per il regista (Luchetti è pure sempre un nipotino di Moretti), sembra il titolo giusto per rappresentare l’Italia in concorso. Però la Warner Bros, che distribuisce, ha deciso di farlo uscire il 20 aprile, sfruttando la ben nota «scamarcite» acuta. Il problema, dunque, riguarderebbe proprio le date, svolgendosi il festival di Cannes dal 16 al 27 maggio, troppo in là per un’uscita in grande stile. In ogni caso, Mio fratello è figlio unico, dal titolo della canzone di Rino Gaetano, resta la punta di diamante di una fitta pattuglia di titoli italiani candidati a un passaggio sulla Croisette. Ma se Luchetti non ha ancora ricevuto l’invito, ormai sicura è la presenza fuori concorso, in una sorta di serata-omaggio, del cristologico Centochiodi, che sancisce l’addio al cinema di finzione dell’autore lombardo. Entrambi i registi, diversi per età e sensibilità, bene incarnano un certo gusto transalpino per il cinema italiano, magari con l’aggiunta, nella sezione parallela Un certain regard, del nuovo film di Mimmo Calopresti, altro habitué. Trattasi di L’abbuffata, commedia sul cinema, girata in Calabria, con Gérard Depardieu spiritosamente nel ruolo di se stesso.
Tutta tornerebbe, così. Come torna la doppia presenza tricolore, nella sezione autonoma La quinzaine des réalisateurs, di Lezioni di volo e Lascia perdere Johnny, l’uno diretto da Francesca Archibugi, l’altro da Fabrizio Bentivoglio, alle prese con la sua prima regia.

Di Lezioni di volo, ambientato in India e già uscito nelle sale italiane con discreto successo, sapete tutto, Lascia perdere Johnny invece è una commedia agrodolce circondata da un alone di segretezza, una specie di ufo dedicato alla musica da night, tra aspiranti chitarristi, cantanti sfigati chiamati Jerry Como, arrangiatori famosi in caduta liberi e parrucchiere innamorate (nel cast i fratelli Peppe e Tony Servillo, Valeria Golino e lo stesso Bentivoglio).

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