«Canoni scontati, bisogna fare i nomi»

La vicenda degli affitti scontati negli immobili comunali «sia un’occasione per mettere in atto un’operazione trasparenza». È l’auspicio del difensore civico Alessandro Barbetta che interviene sulla questione dei canoni «di favore» chiedendo non solo di rendere noti i nomi dei beneficiari ma anche di far sapere i nomi. «Gli alloggi di proprietà comunale - spiega - non rientranti nell’edilizia residenziale pubblica sono un bene pubblico da gestire secondo i principi della buona amministrazione. Principi che comprendono l’imparzialità». Conoscere i nomi, secondo l’ombudsman milanese, vuol dire «conoscere chi ha tratto utilità, anche legittima, da un bene pubblico. Potrebbero tuttavia fare eccezione particolari situazioni per le quali la legge assicura speciale tutela per motivi di sicurezza». Il difensore, che tutela la trasparenza e l’accesso ai dati pubblici, sottolinea che «l’interesse pubblico non può ricondursi esclusivamente a un “più vantaggioso economicamente“ per il Comune, specie nell’attuale situazione di mercato degli affitti che esclude vasti strati di popolazione». «Tutti gli atti di questa vicenda - aggiunge Barbetta - sono forse già depositati in alcuni archivi pubblici accessibili da chiunque. Così come probabilmente è vero che non sono già organizzati in un data base che renderebbe l’operazione di trasparenza più efficiente». Barbetta suggerisce di partire dall’archivio dei contratti di affitto registrati. «Lì - spiega - si possono trovare le informazioni di cui si parla in questi giorni, tranne i dati sul reddito che, se non costituiscono un criterio per l’assegnazione, possono non comparire.

I consiglieri hanno il diritto di conoscere per decidere. Questo va anche al di là dei 76 lotti oggetto della deliberazione all’esame del Consiglio. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono gestiti i beni pubblici che le istituzioni amministrano per loro mandato».

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