Cronache

Cantanti, imitatori, fan in fila per l'ultimo saluto al Califfo

Aperta la camera ardente: ultimo addio al Califfo. Mattioli: "Per ricordarlo ci vuole un secolo". Domani i funerali, il 21 aprile un concerto

Rosario Fiorello in visita alla camera ardente di Franco Califano
Rosario Fiorello in visita alla camera ardente di Franco Califano

Un playboy di borgata, cinico e all’apparenza superficiale. Ma dietro quel sorriso sferzante Franco Califano nascondeva, in fondo, un’anima romantica. Un aspetto di sè che il Califfo mostrava nelle canzoni scritte per i grandi della musica successi, come E la chiamano estate, La musica è finita e Minuetto, che hanno commosso intere generazioni. Questa mattina Rosario Fiorello, occhiali scuri e jeans, è stato uno dei primi ad arrivare alla camera ardente allestita in Campidoglio per dare l’ultimo saluto a Califano. "Insieme ci siamo divertiti molto - ha raccontato - quando penso a Franco non mi viene la tristezza perché lui la vita se l’è sicuramente goduta tutta".

Fin dalle 9.30, mezz’ora prima dell’apertura della camera ardente, si erano affollate già un centinaio di persone all’ingresso della sala della Protomoteca. Califano faceva trapelare il suo lato maledetto nei monologhi e nelle poesie sulla vita degli ultimi, come Avventura con un travestito o Piercarlino. Storie tra ironia amara e degrado, ambientate spesso alla periferia di Roma, la città che ha sempre amato. Una vita vissuta pericolosamente, quella del Califfo, tra droga e cattive frequentazioni che gli costarono due arresti. Gli ultimi anni del "Maestro", come lo chiamavano i suoi fan, sono stati segnati da un ritorno sulla scena, grazie anche alle celebri imitazioni di Fiorello che lo fecero conoscere e apprezzare dalle nuove generazioni. Aveva deciso di riprendere i tour ed era pronto a partire dopo Pasqua per le Marche, nonostante il fisico lo stesse lentamente abbandonando. Questa mattina sono stati in tanti a ricordarlo con affetto. A rendergli omaggio sono venuti anche i suoi imitatori e cantanti che ripropongono nelle sale i suoi successi. "Io ci sono cresciuto con Califano - ha raccontato Fabio Di Stazio - lui è stato un grande maestro, un grande poeta, er mejo de Roma. Io faccio serate con le sue canzoni, tutti lo amano". "Ho l’onore di fare la sua imitazione - ha affermato Marcello Malu, con la voce roca proprio uguale a quella del cantante scomparso - il suo ricordo ci sarà sempre: gli dico grazie, ci ha lasciato un grande bagaglio musicale e umano. Oggi l’ho visto bello. Presto dedicheremo una serata in suo onore, un tributo". Tra i tanti romani in fila alla camera ardente, anche una suora che ha apprezzato le sue canzoni "frutto dell’anima". "Califano continuerà a vivere in noi e nei giovani - ha spiegato - è un uomo che ha saputo redimersi, che è caduto e si è saputo rialzare. Per questo è anche un esempio".

"Franco voleva essere sepolto ad Ardea perché lì c’è il fratello, e lì lo porteremo - ha fatto sapere il pianista Enrico Giaretta - voleva che fosse scritto sulla sua lapide 'Non escludo il ritorno', titolo di una sua canzone, e così sarà". I funerali si terranno domani, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo alle 11, mentre il 21 aprile, nel giorno del Natale di Roma, sarà organizzato un concerto in onore del cantante cui parteciperanno artisti che hanno collaborato con lui e hanno amato le sue canzoni. Questa mattina l'assessore capitolino alla Cultura, Dino Gasperini, ha parlato col cantautore Edoardo Vianello e gli ha chiesto di verificare la disponibilità di altri artisti per organizzare un evento.

"Per parlare di lui ci vorrebbe un secolo - ha commentato l’attore Maurizio Mattioli - artisticamente è stato una Treccani".

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