Il canto d’amore di Iannuzzo per Girgenti «città-mondo»

C’è un uomo in mezzo al mare e Nord e Sud. Adesso Gianfranco Iannuzzo (considerato da molti l’erede di Gino Bramieri) e Pino Quartullo (che il grande Pietro Garinei simpaticamente definiva, come egli stesso ricorda, «lo Jannuzzologo del Sistina») figurano di nuovo insieme, rispettivamente come autore/interprete e regista, di un monologo che intende essere un omaggio alla Sicilia, alle radici, a quel nocciolo di arcaico attaccamento alla terra d’origine che appartiene a tutti gli esseri umani. Girgenti amore mio… suona il titolo di questo one-man-show brillante ma raffinato, ironico ma arguto, che Iannuzzo ha scritto insieme con Angelo Callido basandosi su un cumulo di memorie personali e non solo. «Agrigento è la mia città. Ho imparato ad amarla - spiega - anche grazie all’amore che ne hanno i miei genitori. Quando ci sono nati loro si chiamava Girgenti». Girgenti proprio come ai tempi di Pirandello e poi di Sciascia. Una città/mondo di cui si svelano qui luci e ombre (la multiforme identità culturale ma pure la crisi idrica che sempre l'affligge) e la cui idea di culla primigenia rimanda, a ben vedere, a qualsiasi altro luogo dell'anima. «Girgenti amore mio - continua l’attore - può diventare Milano amore mio o mille altri luoghi. Perché le emozioni non hanno targhe di appartenenza, i problemi che ci affliggono non sono cittadini di una sola città, i personaggi che ci fanno ridere non hanno casa solo nelle città degli altri».
Sembra quasi che in questo monologo, di nuovo al Quirino da questa sera a domenica 21, il bravo interprete di tanti spettacoli popolari (tra le sue ultime belle prove ricordiamo Il divo Garry accanto a Daniela Poggi) assembli ricordi e appunti ispirati all'osservazione diretta della realtà e dei suoi concittadini. Non senza però quel briciolo di fantasia e di iperrealismo che segna la differenza tra verità e arte. E se si ride, si ride di «un’esperienza che accomuna tutti». Si ride di un’Italia controversa e disuguale nella geografia e nell’economia ma identica nei sentimenti e nelle emozioni.

«Un grido d’amore per la vita», definisce questo lavoro Quartullo e aggiunge: «Gianfranco, con sempre maggiore maestria, giocherà le sue carte migliori: quella del divertimento e del virtuosismo attoriale, la carta dei sentimenti profondi. Quando mi ha letto i testi che avrebbero dovuto comporre questo nuovo lavoro è riuscito a commuovermi e divertirmi come mai prima».
Informazioni: 06/6794585.
LNov

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