Caos-bagagli, Bianchi non vuole colpevoli

A Fiumicino escluso il sabotaggio. Il ministro: "Guardiamo avanti". Nel piano un responsabile unico per le attività aeroportuali e una task force

Caos-bagagli, Bianchi non vuole colpevoli
Roma - Tre misure urgentissime, un provvedimento per il lungo periodo e un altro per l’immediato che - novità dell’ultima ora - era stato già adottato lo scorso 2 agosto, quindi prima del terribile fine settimana: la diffida di una delle quattro società di handling. Così - almeno secondo il Governo - il caos bagagli all’aeroporto di Fiumicino (con le 10mila valigie rimaste a terra o smarrite) dovrebbe diventare un brutto ricordo. È questa la sintesi di una giornata, quella di ieri, caratterizzata dall’annunciato vertice presso il ministero dei Trasporti tra il ministro Alessandro Bianchi, i vertici di Enac e «Aeroporti di Roma» e i rappresentanti delle quattro società di handling (lo smistamento delle valigie) che operano nello scalo romano. In mattinata, intervenendo a «Radio anch’io», il direttore generale dell’Enac, Silvano Manera, aveva anticipato l’esito dell’ispezione effettuata lunedì al «Leonardo da Vinci», da cui non sarebbero «emersi elementi a sostegno dell’ipotesi di sabotaggio»: una parziale retromarcia rispetto alle dichiarazioni di lunedì del presidente Vito Riggio.

Poi le tre ore di summit e le risoluzioni finali: «È noioso dover cercare per forza un colpevole. Il sistema Bhs è vecchio, sovraccarico e l’organizzazione del lavoro può essere migliorata. I provvedimenti urgenti - ha spiegato Bianchi - in atto da domani (oggi, ndr) riguardano la designazione del direttore dell’aeroporto Vitaliano Turrà - che ha rivelato che lunedì sera erano ancora 2.150 i bagagli fermi in attesa di essere spediti - come responsabile unico per le attività aeroportuali. La seconda misura prevede la creazione di una task force di ottanta persone di Adr che affiancheranno l’attività di movimentazione dei bagagli per incrementarne l’efficienza. La terza riguarda l’attuazione di un monitoraggio continuo sul sistema Bhs - il sistema di smistamento dei bagagli - per rimuovere subito eventuali blocchi». Infine la soluzione di lungo periodo: la ripresa degli investimenti, «sospesi da anni», da parte di Adr. «Già lo scorso 2 agosto - ha continuato il ministro - sono stati stanziati 60 milioni per investimenti urgenti». Soldi che serviranno, ha aggiunto Riggio, «a realizzare un’aerostazione dedicata ai moli sensibili, quelli su cui operano le compagnie Usa, britanniche e israeliane». Entro settembre Adr dovrà poi presentare un «piano complessivo di investimenti».

È stato lo stesso Riggio a rivelare che sempre dal 2 agosto «uno dei 4 handler - «Az Handling, «Flight Care Italia», «Eas» e «Avia Partner» - è stato diffidato e risulta sospeso: può operare ma ha 30 giorni per mettersi in regola». E secondo fonti aeroportuali sarebbe «Avia Partner» la società in «castigo».

Tuttavia, nonostante ieri nello scalo romano non si siano registrati gravi disagi, nessuno crede che «le misure previste saranno una bacchetta magica», come ha precisato lo stesso Bianchi. Per il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, «l’Italia non può ridursi a un Paese del terzo mondo: il governo risponda al più presto in Parlamento sui provvedimenti che intende assumere, senza scaricare su organi interni la responsabilità dell’accaduto. Nonostante le ferie chiediamo al presidente Bertinotti di autorizzare l’eventuale convocazione delle commissioni»». Il segretario della Dc per le Autonomie, Gianfranco Rotondi, parla di «vicenda grottesca». Nella maggioranza il deputato dell’Idv, Egidio Pedrini, definisce la diffida di una società di handling «una copertura delle reali responsabilità di Adr e dei vertici politici di Enac». Nel pomeriggio, dalle Maldive dove è in vacanza, arriva anche la lettera del sindaco capitolino Walter Veltroni al presidente della società di gestione, Fabrizio Palenzona: «Mai più questo caos. Sono certo che le misure adottate e il vostro impegno eviteranno il ripetersi di quanto accaduto».
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