Capello: «Sogno di fare il ct dell’Inghilterra»

Alessandro Parini

da Torino

Chissà se, dopo i tuoni dei giorni scorsi, oggi succederà davvero qualcosa di importante in casa Juve. Difficile, comunque. I vertici dell’Ifil, la finanziaria degli Agnelli che controlla la società, non hanno gradito che martedì La Stampa, quotidiano di famiglia, avesse dato per certa - per oggi - la conferma di Giraudo e della Triade. Esplicativo il comunicato diffuso in cui, dopo avere ribadito «il desiderio di proseguire il lavoro», si puntualizzava che «nel corso dei prossimi mesi il tema del rinnovo del mandato potrà essere discusso nei dettagli, per essere successivamente finalizzato e comunicato in vista della scadenza dell'attuale Consiglio della Juventus, la cui durata avrà termine con l'assemblea di ottobre». Tradotto: la volontà di dare fiducia all’uomo che ha guidato la società con profitto per tanti anni c’è, ma un accordo non è stato ancora trovato. Oggi, con il cda della Juve, andrà in scena un’altra tappa di avvicinamento: quasi di sicuro, però, non sarà tagliato alcun traguardo, anche se nessuno nega che le probabilità più alte portino a una conferma. Capello, nel frattempo, se ne sta alla finestra. Di ieri è poi la pubblicazione di una parte di intervista rilasciata al settimanale L’Espresso. Sul futuro: «Fra tre anni smetterò con le squadre di club, poi vorrei realizzare il sogno che ho dentro da sempre, ovvero la nazionale inglese. Dopo potrò anche ritirarmi». Sul doping: «Nella mia carriera di giocatore e di allenatore ho visto cose che si sono fatte, ma non mi sembra il caso di denunciarle adesso. C'erano medicine che una volta non erano considerate doping e che sono state vietate solo dopo: il Micoren, per esempio, lo prendevano tutti, anche io e perfino in Nazionale». Su Roma: «L’ho amata molto.

Purtroppo ora posso tornarci molto raramente e con una tutela: quando ci vado, devo avvisare la Digos». Su Berlusconi: «Per me è stato grandissimo come imprenditore, in una posizione dove poteva decidere tutto o quasi. In politica invece è un uomo con le mani legate. Comunque lo voterò ancora».

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