È sempre stato un duro Capello, ma ha dovuto imparare subito a diventarlo. Quasi trentanni fa, per colpa di una tragedia. Nessuno se la ricorda più la sua prima panchina, perchè fu subito dura, molto più dura di lui. Giocava ancora Don Fabio nel Milan che aveva appena vinto la stella, non era più la squadra di Liedholm, non era ancora quella di Giacomini. È lestate del 1979, il campionato è finito, ma cè ancora un impegno prima delle vacanze: una tournée in Sudamerica, che più sfigata non si può. Argentina, Uruguay, Paraguay, forse Brasile, il Milan va là con gli uomini contati e nessuna voglia di giocare. In panchina cè Alvaro Gasparini, il vice di Liedholm: ha 41 anni, è un tipo tranquillo, discreto, un fratello maggiore più che un mister, viene da Modena, è arrivato a Milanello con Pippo Marchioro, forse fuma un po troppo. Di certo il tour è un casino. Con lEstudiantes non si gioca perchè saltano i riflettori, con lOlympia a rompersi sono le docce, con il River Plate Albertosi rischia persino di giocare terzino. Ventitrè giorni di tournée, sei partite, nessuna vittoria e sette espulsioni, due di Rivera, le sole di tutta la carriera.
Ma cè di peggio. Poche ore prima dellultima partita, Gasparini si sente male dopo una passeggiata intorno allhotel, saranno cinque gli infarti che lo colpiranno prima di morire. Per tutta la trasferta mamma Cesarina lo aveva sognato annegare in un mare nero. Basta. I giocatori vogliono scappare ma trenta posti su un aereo non ci sono. Tocca giocare. E scegliere chi mandare in panchina. Il comitato tecnico, Rivera, Bigon e Albertosi, non ha dubbi: lunico che può è Capello. Fin lì era andato così così: aveva segnato il pari con il River Plate, ma regalato la vittoria allOlympia con uno sciagurato passaggio indietro, giocando libero al posto di Baresi. A Mendoza, 130mila abitanti, 40mila di passaporto italiano, il Milan perde 3-2 con il Talleres una partita che pare un incubo. Segnano De Vecchi e Chiodi su rigore, Antonelli e Boldini vengono espulsi, Capello a tredici minuti dalla fine si manda in campo da solo al posto di Novellino. È lultima partita di Rivera che due settimane dopo annuncia laddio.
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