da Pescara
Ha continuato a negare di essere coinvolto nella violenza di gruppo anche davanti al gip. Ieri, durante linterrogatorio, Alessio Di Girolamo ha continuato a dire «io non centro nulla con quella donna, non lho mai vista, credetemi, magari ha sbagliato in buona fede, ha scambiato me per un altro». Linterrogatorio si è svolto in carcere, dalle 11 alle 14, ed è stato condotto dal pm Giampiero Di Florio e dal gip Maria Michela Di Fine. Secondo la vittima, invece, sentita in ospedale fino alle 17, «è lui, è proprio lui»: Di Girolamo. Due verità contrapposte, che gli inquirenti contano di chiarire al più presto. Di Girolamo, comunque, si sottoporrà allesame del Dna, anche se avrebbe potuto rifiutarlo e, invece, lha richiesto, così come lha richiesto anche la Procura. Intanto, però, resta in carcere, in regime di isolamento. Il gip, infatti, ha rigettato la prima richiesta di arresti domiciliari. Nel frattempo, la polizia continua la ricerca dei complici, complicata da fatto che la 35enne è stata aggredita alle spalle ed è stata subito violentata, prima di svenire. Questi i punti da chiarire secondo gli avvocati difensori: primo, la ragazza ha riconosciuto solo in fotografia il suo assessore; secondo, alcune incongruenze nella ricostruzione dei fatti, per esempio perché i complici sarebbero fuggiti dopo lo stupro e Di Girolamo sarebbe rimasto? Gli investigatori ribattono dicendo che «per quale motivo sia rimasto lo accerteremo, ma che fosse lì, ancora riverso sul corpo della donna, è sicuro, ci sono testimoni».
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