Capo dei difensori della Libertà È il sindaco di Arconate

Senatore, sottosegretario alle Infrastrutture, dieci anni al parlamento europeo (1999-2009), sindaco di Arconate dove è nato e risiede. Al terzo mandato grazie a un plebiscito (66 per cento dei voti). Sessant’anni, Mario Mantovani è sposato con Marinella da cui ha avuto due figli, Vittorio e Lucrezia, si legge all’inizio del suo sito internet ufficiale a dichiararne l’amore per la famiglia. Berlusconiano della primissima ora, entra in Forza Italia già nel 1994. Una laurea in lingue e letterature straniere, è uomo da 50mila preferenze personali (alle elezioni europee nel 2004). Politico esperto, infaticabile lavoratore e tessitore di relazioni, negli ultimi mesi su incarico del presidente Silvio Berlusconi ha costituito e formato «l’esercito dei 120mila difensori del voto» che hanno presidiato i seggi. Scongiurando, assicura lui, «il rischio dei brogli elettorali. Una grande operazione di democrazia e libertà che ha fatto guadagnare oltre un milione di voti al Popolo della liberta».
Contro Gianfranco Fini, che ha più volte accusato di tradimento, una delle sue ultime uscite. «L’imbarazzo per gli Italiani è avere un presidente della Camera che non perde occasione per attaccare il premier, il governo e il Paese». Nell’ottobre del 2010 è stato molto criticato per un assegno rilasciato dal ministero al Comune di Bologna per l’edilizia scolastica; sul fac-simile di un assegno compariva la faccia sorridente di Berlusconi. Il Pd di Bologna ha denunciato la gestione napoleonica delle risorse del ministero, ma lui rivendicò il buon lavoro fatto ancora una volta dal governo per la scuola con i 7,6 milioni di euro investiti in città. Legatissimo a mamma Rosa Berlusconi, le conferì la cittadinanza onoraria di Arconate.

«Berlusconi mi dice che litigo con tutti - confidò lui stesso dopo un incontro col premier una delle tante volte in cui io suo nome circolava - Che non può proprio farmi coordinatore regionale». Pugno di ferro in guanto felpato. Non è finita così.

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