Stefano Vladovich
Demolizioni a Capocotta? Il Campidoglio fa dietro-front e dirotta le ruspe allautoparco comunale. Almeno secondo quanto sarebbe emerso durante una commissione dellufficio capitolino per gli abusi edilizi. In sostanza, come previsto dalla legge, lamministrazione avrebbe intenzione di acquisire le strutture realizzate illegalmente sul demanio marittimo nella fascia compresa fra Castelporziano e il «Villaggio Tognazzi».
Uno sceneggiato a puntate quello in onda dalle parti del X Dipartimento del Comune di Roma: da una parte i naturisti, da sempre sostenitori della massima tutela ambientale allinterno della Riserva Statale del Litorale, dallaltra lassessore comunale Dario Esposito, il direttore dellufficio demolizioni, ingegner Miglio, e il presidente del XIII Municipio Davide Bordoni. Casus belli: 3.000 metri quadrati costruiti a Capocotta nonostante i divieti. Colpevoli alcuni dei cinque assegnatari di altrettanti chioschi pubblici (64 metri quadrati luno) voluti nel 1996 dallallora assessore allAmbiente Loredana De Petris. Scopo, allepoca, regolarizzare una situazione a dir poco disastrata.
Una «repubblica della banane», come più volte è stata chiamata, in cui lirregolarità, labusivismo commerciale ed edilizio lhanno fatta da padroni per ventanni. Un colpo di spugna che, di fatto, non porta a molto: ampliamenti indiscriminati, feste illegali, vendita di bibite e superalcolici senza licenza, sfruttamento della manovalanza clandestina. È accaduto questo e altro a Capocotta, pochi chilometri darenile assediati da parcheggiatori abusivi, prostitute e personaggi per così dire «inquietanti». Come il «figlio dei fiori» che quattro anni fa violentò e uccise Xziao Zhu Wu, una massaggiatrice cinese che dallEsquilino ogni mattina arrivava a Ostia per cercare di sbarcare il lunario. La questione, adesso, è a un punto fermo. Paolo Guerra, battagliero nonché polemico presidente dell'Unione Naturisti Lazio, sostiene che quei tremila metri di calcestruzzo resteranno dove sono. Il presidente del XIII, dal canto suo, le determinazioni dirigenziali le ha già inviate a Roma assieme alle richieste di abbattimento e alle ordinanze dei vigili urbani. «Mancano i soldi - spiega Bordoni -, se dal Campidoglio non stanziano il denaro necessario non possiamo fare granché». Angelo Bonelli, neo assessore alla Regione Lazio, non è a conoscenza della proposta di acquisizione: «Non spetta a noi la competenza su Capocotta - chiarisce Bonelli -, le spiagge sono gestite dai comuni di appartenenza. Ribadisco, però, che lillegalità non può essere tollerata. Pertanto, via libera alle demolizioni e alla riassegnazione degli arenili in cui i precedenti concessionari abbiano commesso abusi».
Sarà un caso ma alla fine di maggio lingegner Miglio, responsabile dellufficio istituito proprio per contrastare le strutture edilizie non autorizzate, avrebbe dichiarato a Guerra: «Se necessario abbatteremo le opere abusive sorte nellarea protetta di Capocotta nelle ore serali e notturne per non disturbare la quiete dei bagnanti (
). I nostri uffici sono pronti a partire perché le demolizioni dovranno essere effettuate quanto prima».
Passano le settimane e non accade nulla. «Il sindaco Veltroni trovi unora di tempo per esaminare quanto avviene a Capocotta e decida finalmente di schierarsi pubblicamente dalla parte del rispetto della legalità» ribadisce lUni Lazio.
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