Il capolavoro di Angie la debuttante

Salvo Mazzolini

da Berlino

È stata Angie la vera sorpresa del vertice. Giunta a Bruxelles come debuttante (era la sua prima volta ad un summit europeo), si è comportata da veterana e ne è ripartita da vincitrice. D'ora in poi i leader europei, da Chirac a Berlusconi, da Blair a Zapatero, dovranno fare i conti con lei. Non tanto perché ora è lei che comanda a Berlino. Non tanto perché si è rivelata una negoziatrice abile e scaltra, capace di quell'idea in più che poi è riuscita a sbloccare la trattativa. Ma perché Angela Merkel, ha riposizionato la Germania all'interno della casa europea, trasferendola dai piani alti ed esclusivi in cui si era altezzosamente rinchiuso il duo Chirac-Schröder per collocarla in una posizione più centrale, porta a porta con i Paesi meno forti, meno grandi o appena entrati nel club i cui interessi sono stati salvaguardati a Bruxelles proprio grazie alla cancelliera.
Fino alla sera del secondo giorno il vertice è stato un negoziato tra ricchi e poveri, tra chi cercava di difendere i privilegi e chi cercava di evitare i tagli previsti dal piano britannico per il primo bilancio finanziario dell'Europa allargata. Blair difendeva il meccanismo di rimborsi ottenuto in passato dalla Thatcher per consentire agli inglesi di riavere parte dei soldi che versano nelle casse comunitarie. Chirac respingeva sdegnosamente ogni tentativo di riaprire la discussione sui costosi sussidi agricoli che vanno soprattutto ai francesi. Balkenende ripeteva che l'Olanda non avrebbe sborsato neppure un euro di più. Sul fronte opposto i Paesi dell'Est ed altri a rischio di tagli minacciavano di porre il veto se dovevano essere loro gli unici a pagare per l'austerità.
È a questo punto che scende in campo Angie. È insegnante di fisica, è sempre stata brava in matematica, si mette a fare i calcoli, scopre che la differenza tra la cifra complessiva offerta dalla presidenza e la cifra necessaria per accontentare tutti, o quasi, è di 19,15 miliardi di euro: per trovarla basta alzare i contributi dello 0,42% del Pil. In assemblea, la Merkel ricorda che la Germania è già il Paese che paga più di tutti, che il suo governo ha varato una serie di misure di risparmio ma che è pronto a versare qualcosa di più per favorire la coesione dell'Unione se anche gli altri grandi faranno la loro parte. È una proposta che spiazza. Come si fa a respingerla? E infatti Blair, oltre a un'ulteriore riduzione dei rimborsi, accetta di ridiscutere, nel 2009, i privilegi finanziari di cui godono gli inglesi e Chirac di ridiscutere simultaneamente la politica agricola.

Ma il vero colpo di Angie è un altro. In cambio dello 0,42% la Germania ha aumentato il suo peso politico, ha riconquistato le simpatie dei Paesi dell'Est, è diventata il punto di riferimento della maggioranza dei condomini della casa europea.

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