Capri e Ischia pronte all’operazione-rilancio

Le perle della regione non sono sommerse dalla spazzatura ma temono un calo degli arrivi

da Napoli

Sale il livello d’allarme per il comparto turistico napoletano, anche nelle zone non toccate dal caos rifiuti c’è una dannata paura di vedere fallire la stagione 2008. Qualcuno, senza mezzi termini, teme la bancarotta e chiede lo stato di crisi.
Come Ettore Cucari, amministratore delegato della Azienda di soggiorno e turismo di Sorrento e presidente della Fiavet (federazione associazioni imprese viaggi e turismo). «Siamo stati fortunati che questa emergenza rifiuti, si sia scatenata d’inverno, in periodo di bassa stagione. La penisola sorrentina non soffre di mal di rifiuti ma, abbiamo paura lo stesso, perché fuori si parla di mondezza in Campania».
Gli operatori turistici temono che il dramma rifiuti, possa trascinarsi fino alle soglie di Pasqua, quando riapriranno gli alberghi, in penisola sorrentina e nelle zone turistiche, come la costiera amalfitana, Capri e Ischia. Nell’immediato, però, incombono importanti fiere internazionali, come quelle di Vienna e Madrid: è in quelle sedi che si deciderà la stagione turistica campana. «Dovremo convincere i nostri interlocutori – spiega Cucari – che l’emergenza finirà presto e che i nostri luoghi sono accoglienti e sicuri».
A Capri hanno deciso di prendere le misure a un eventuale coinvolgimento dell’isola, nel dramma rifiuti, che stanno vivendo Napoli e parte della Campania. Spiega l’assessore al turismo, Salvatore Ciuccio. «Faremo una campagna all’estero per spiegare ai nostri potenziali visitatori che questa emergenza finirà ma, anche, che il problema dei rifiuti qui non lo abbiamo mai avuto e pratichiamo la raccolta differenziata». Anche l’inventore della commercializzazione del limoncello, Stefano Massa, fa un distinguo. «Le nostre zone della penisola sorrentina, sono incontaminate dalla spazzatura, siti o discariche che, da queste parti sono improponibili».
Piange Napoli, dove è annidato lo scandalo dei rifiuti.

Negli alberghi sono giunte disdette tra il 30 e il 40 per cento del cosiddetto business travel (viaggi di lavoro) mentre il presidente dell’Ascom, Antonio Pace, lancia l’allarme: «Negozi, bar e ristoranti, stanno subendo cali di introiti che vanno dal 20 fino al 60 per cento».
carminespadafora@libero.it

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