Paola Setti
Dicono che abbia calato subito lasso, Armando Ezio Capurro il sindaco di Rapallo. Il centrosinistra gli ha «concesso» venti giorni di tempo, rifiutandosi di dimmettersi su due piedi e quindi facendo slittare la sfiducia? Lui, il primo cittadino, ha colto il segnale di apertura e si è mosso immediatamente. Offrendo tre assessorati di controllo sulla sua attività in cambio del sostegno alla sua maggioranza. Fra mezze conferme e secche smentite, di certo cè solo che Capurro un contatto con i Ds lo ha avuto, inviando un «emissario» a chiedere un incontro: «Parliamone». Pare che lambasciatore sia stato rispedito al mittente senza troppa cortesia, e ieri cera Paolo Perfigli il segretario della Quercia del Tigullio che, dalle sue vacanze, tuonava: «Non so di alcuna offerta, ma deve essere chiaro che non siamo al mercato delle vacche, e che certo non ci venderemo in cambio di qualche assessorato».
Che la città avrebbe vissuto giorni velenosi era stato chiaro fin da subito, quando il centrosinistra aveva rifiutato la porposta di Aldfo Piccardo il capogruppo di Forza Italia: «Se ci dimettiamo ora, scatterà automaticamente il commissariamento, e per sfiduciare il sindaco non dovremo aspettare la convocazione del consiglio comunale». macché: «Noi crediamo sia giusto fare un confronto democratico in consiglio comunale» aveva ribattuto Alessio Cuneo il segretario Ds di Rapallo. «Questo darà al sindaco il tempo di cercare di convincere i consiglieri uno per uno» aveva previsto Piccardo.
Il primo passo, il sindaco e il suo vice Silvano Mele lo hanno fatto su giornali e televisioni, ai quali hanno citato sondaggi che li dànno vincenti, al 60 per cento dice Capurro, all85 rilancia Mele. «Poiché la moglie di Capurro lavora allUniversità e abbiamo il sospetto che quei sondaggi li abbia fatti il suo Dipartimento, vorremmo che il sindaco e il vicesindaco chiarissero chi li ha fatti» sono andati allattacco ieri Nicola Costa e Carlo Bagnasco dellassociazione politico-culturale Rea Palus.
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