CARAIBI

Miti che vanno, miti che vengono. Hemingway all'Avana è un fenomeno consunto ad uso dei turisti, che alla Bodeguita del Medio e al Floridita immaginano Ernest «Papa» bere bicchieroni di mojito o di daiquiri seduto al loro stesso sgabello. È un mito da turisti (altolocati) anche l'hotel Nacional, un tempo frequantato dall'high society americana e dalle grandi famiglie mafiose, oggi presenza imponente, dal fascino délabré, sul lungomare del Malecón. Ma che cos'è, oggi, l'Avana? Un simbolo, una speranza di rinascita, una chimera, un paradiso perduto, la città con il centro storico più bello del Caribe che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'umanità? «L'Avana è come una cipolla», spiega Leonardo Padura Fuentes, il più famoso giallista dell'isola, pubblicato in Italia da Tropea. «La sbucci fino al cuore, e scopri che a ogni strato corrisponde una caratteristica, un tratto vitale». Sono tratti vitali la musica, il ballo, la joie de vivre. Sono tratti vitali la pittura, la cultura, la solidarietà. Capita così, passeggiando alla domenica mattina in un quartiere malfamato che è diventato attrattiva turistica (il Callejon), d'incontrare un eclettico personaggio dallo sguardo intenso e la barba bianca. Si chiama Salvador Gonzáles. Di mestiere fa il pittore, e l'assistente sociale. «Il Callejon è tutta opera mia», racconta. «L'ho ricoperto di murales e ho creato gli spettacoli della domenica mattina, concerti di rumba e danza, che rappresentano un guadagno importante per la comunità locale». Al Callejon, Gonzáles è un piccolo boss, ma il risultato del suo impegno è straordinario. Come sono straordinari i balletti classici e contemporanei che quasi ogni sera animano le notti dell'Habana Vieja, nelle strade e nei palazzi color pastello che Eusebio Leal, l'historiador della città, sta riportando a nuova vita attraverso un lavoro capillare di restauro. Coreografie eccezionali, ballerini strepitosi forgiati da duri anni di studio alla Scuola Nazionale di Balletto. Il culmine è il Festival Internacional de Ballet de la Habana di fine ottobre, che dal 1960 porta sull'isola i più grandi interpreti della scena internazionale. «Manca solo Roberto Bolle», precisa la fondatrice-direttrice del festival (e della scuola di balletto) Alicia Alonso, la Carla Fracci cubana, 90 anni portati splendidamente nonostante la quasi totale cecità. «Ogni anno lo invito, chissà che questa non sia la volta giusta». L'Avana che spera. Come Alicia Alonso, sperano anche i bambini che ogni giorno, dopo la scuola, vanno dritti al Centro Studi Che Guevara per imparare a dipingere e a scattare fotografie. «Oltre a divulgare opere sul pensiero e sulla filosofia di mio padre, ci occupiamo anche di dare un futuro ai ragazzi, insegnando loro un mestiere», precisa Camilo Guevara, figlio minore del Che, troppo piccolo quando suo padre morì per conservarne un ricordo, troppo fiero per farsi schiacciare da un'eredità genetica, che è riuscito a farsi scivolare addosso senza la pesantezza del mito. Fra i miti di oggi, ce n'è ancora uno. Quello dei giovani attori e registi cubani, che dopo il successo, qualche anno fa, della pellicola Fragola e cioccolato di Tomás Gutiérrez Alea, ora trovano un importante punto di riferimento nell'Icaic, l'Istituto Cubano di Arte e Industria Cinematografica. Ogni anno sforna eventi come il Festival Internazionale del Documentario Santiago Álvarez, quello del cinema povero, Cubanima - film di animazione per bambini - e il Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano. L'ultimo miracolo dell'Avana che cambia, però, viene dalla strada, e si muove a passo di musica. Il baritono Ulises Aquino, che nel suo curriculum vanta degli studi alla Scala di Milano, quattro anni fa ha fondato una compagnia di danza con quaranta ragazzi strappati alla povertà. I suoi musical cominciano a essere conosciuti in tutto il mondo, al punto che, racconta orgoglioso, «il prossimo autunno partiremo per delle tournée all'estero». In Italia? «No, non ancora», risponde. «Ma spero di tornarci presto. Non sarà alla Scala, ma di sicuro ci arriverò». Tanti auguri, nueva Cuba.
Informazioni sugli eventi culturali e i festival nel sito www.cubainmente.it, realizzato in Italia in collaborazione con il Ministero Cubano della Cultura. Il viaggio: con Livingston, partenze settimanali da Milano-Malpensa e Roma-Fiumicino, a partire da 599 euro a/r. Info: tel. 02.39192552, www.

lauda.it

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