Rissoso e irascibile in vita più di Braccio di Ferro, Michelangelo Merisi (o Merisio) detto il Caravaggio, da morto sembra aver trasferito una sorta di «damnazio» su chiunque si occupi di lui. Facendo litigare Toscana e Lombardia sul luogo dove far riposare le sue ritrovate spoglie. E ora anche Milano e Bergamo per decidere quale aeroporto sia più degno di fregiarsi del suo nome. Al capoluogo che dalla sua può vantare il luogo di nascita e di prima formazione artistica, gli avversari replicano ricordando come la famiglia fosse indubbiamente bergamasca e la sua infanzia si sia sviluppata nel paesone della bassa.
Una riprova per dimostrare come lItalia sia il paese dei tanti campanili, ognuno dei quali pronto a scendere in guerra per difendere il proprio «particulare». Casomai sorprende come questa polemica abbia coinvolto esponenti Pdl, Udc e Pd, e solo marginalmente la Lega, a cui tradizionalmente si attribuisce il localismo più sfrenato. Anzi proprio il Partito democratico ha impugnato il brando della municipalità contro linvadenza dei «milanesi».
Le guerre di Caravaggio procedono di pari passo con la fama da rockstar che il «pittore maledetto» si è guadagnato in questi ultimi mesi. A partire dai 600mila visitatori alla grande mostra allestita presso le scuderie del Quirinale dal 18 febbraio al 13 giugno, ai 25mila che hanno passato la notte tra il 17 e il 18 luglio a rimirare 15 opere del grande artista. In mezzo, il 16 giugno, la conferma che quelle ossa ritrovate a Porto Ercole appartengono effettivamente a Michelangelo Merisi. La Lega nord timidamente chiede la consegna delle spoglie da accogliere al Famedio, rimediando un brusco no da parte del sindaco del porticciolo toscano.
Poi interviene il sindaco Letizia Moratti che, considerando come Caravaggio sia uno dei più illustri figli della Lombardia, propone di intitolargli lo scalo di Malpensa, grande «hub» internazionale e come tale appartenente non a un singolo comune ma allintera regione. Scatenando però la rivolta orobica, guidata, incredibilmente, dal Partito democratico, che trova subito un alleato nellUnione democratica di centro. Rivolta ufficializzata ieri con la presentazione in consiglio provinciale di un documento firmato dai consiglieri comunale Elena Carnevali, provinciale Matteo Rossi e regionale Maurizio Martina, che è anche segretario lombardo del partito. Fatte tutta una serie di premesse, non ultima quella di bottega di una ricaduta turistica, i tre consiglieri chiedono che Comune e Provincia si impegnino per evitare lo scippo. Appello immediatamente ripreso dal consigliere regionale Udc ed ex presidente della provincia di Bergamo Valerio Bettoni.
Caravaggio, il Pd come la Lega: «Dedichiamogli Orio al Serio»
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