Caritas in veritate, l'enciclica sociale del Papa: "La crisi si supera con il lavoro e la solidarietà"

Dall’occupazione allo sviluppo dei paesi poveri, dall’ambiente alla dignità umana: i temi principali contenuti nelle 127 pagine dell'enciclica Caritas in veritate. IL RETROSCENA: due anni di ritardo per il crac mondiale. L'ECONOMISTA: "Analisi lucida e realista"

Caritas in veritate, l'enciclica sociale del Papa: 
"La crisi si supera con il lavoro e la solidarietà"

Città del Vaticano - Dopo due anni di attesa vede la luce la terza enciclica di papa Ratzinger, la Caritas in veritate (Carità o amore nella verità), documento dedicato ai temi dell’economia, del lavoro e delle sfide della globalizzazione. Presentata alla stampa internazionale da un gruppo di esperti e collaboratori di Benedetto XVI, tra cui il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace e l’economista Stefano Zamagni. I contenuti spaziano dai problemi dell’occupazione allo sviluppo dei paesi poveri, dalla difesa dell’ambiente alla centralità della dignità umana.

Numerose revisioni L’enciclica sarebbe dovuta uscire nel 2007, in occasione del quarantesimo anniversario della Populorum Progressio di Paolo VI, ma è stata sottoposta a numerose revisioni e stesure (qualcuno parla addirittura di sette rielaborazioni) fino agli ultimi aggiustamenti effettuati per adeguarla alla nuova realtà della crisi finanziaria mondiale.

Onu inadeguata La crisi economica mondiale ha evidenziato l’urgenza della riforma dell’Onu e la necessità di una vera "architettura economica e finanziaria" per governare la globalizzazione. "Urge - precisa il pontefice - la presenza di una vera autorità politica mondiale".

Lavoro, no al precariato La grande povertà presente nel mondo ha una sua causa diretta nella disoccupazione: il Papa denuncia "la precarietà", "lo sfruttamento", la "mancanza di garanzie sociali", "l’indebolimento dei sindacati" nell’era della globalizzazione e delle delocalizzazioni e invoca il diritto ad un lavoro "decente" per ogni essere umano.

Sessualità La Chiesa, "che ha a cuore il vero sviluppo dell’uomo, gli raccomanda il pieno rispetto dei valori umani anche nell’esercizio della sessualità. Non la si può ridurre a mero fatto edonistico e ludico, così come l’educazione sessuale non si può ridurre a un’istruzione tecnica, con l’unica preoccupazione di difendere gli interessati da eventuali contagi o dal "rischio procreativo".

Aborto ed eutanasia "Nei Paesi economicamente più sviluppati, le legislazioni contrarie alla vita sono molto diffuse e hanno ormai condizionato il costume e la prassi, contribuendo a diffondere una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale". Il Papa ricorda come il tema del "rispetto per la vita" non possa essere "disgiunto dalle questioni relative allo sviluppo dei popoli". Si tratta, spiega, "di un aspetto che negli ultimi tempi sta assumendo una rilevanza sempre maggiore, obbligandoci ad allargare i concetti di povertà e di sottosviluppo alle questioni collegate con l’accoglienza della vita, soprattutto là dove essa è in vario modo impedita".

Gli immigrati non sono merce Ogni migrante è una persona umana che "possiede diritti che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione e non può essere considerato una semplice merce". Di fronte al fenomeno epocale delle migrazioni "nessun Paese da solo - è il suo monito - può ritenersi in grado di far fronte ai problemi migratori". "Tutti siamo testimoni del carico di sofferenza, di disagio e di aspirazioni che accompagna i flussi migratori", ricorda il Papa. «Il fenomeno - ammette - è di gestione complessa; resta tuttavia accertato che i lavoratori stranieri, nonostante le difficoltà connesse con la loro integrazione, recano un contributo significativo allo sviluppo economico del paese ospite con il loro lavoro, oltre che a quello del paese d’origine grazie alle rimesse finanziarie".

Crisi, rivalutare poteri dello Stato "Facendo anche tesoro della lezione che ci viene dalla crisi economica in atto che vede i pubblici poteri dello Stato impegnati direttamente a correggere errori e disfunzioni - afferma il pontefice in un capitolo dell'enciclica dal sapore keynesiano - sembra più realistica una rinnovata valutazione del loro ruolo e del loro potere, che vanno saggiamente riconsiderati e rivalutati in modo che siano in grado, anche attraverso nuove modalità di esercizio, di far fronte alle sfide del mondo odierno".

Sì al mercato Il Papa ribadisce il sì della chiesa all’economia di mercato. Esso però, avverte, "non deve diventare luogo della sopraffazione del forte sul debole".

La logica mercantile - spiega - va "finalizzata al perseguimento del bene comune di cui deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica". Il mercato, infatti, "non può contare solo su se stesso", e "deve attingere energie morali da altri soggetti", senza considerare i poveri "un fardello, bensì una risorsa".

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