In fondo è molto semplice: il francese innamorato dell’Italia ha scritturato l’italiana che si è innamorata del Francese. Ma lui, Olivier François, l’amministratore della Lancia ha davvero trovato sotto l’albero un regalo di Natale insperato. In tempi non sospetti, per pubblicizzare la sua Musa, ha avuto l’idea di arruolare Carla Bruni. E oggi lei è diventata la diva del momento, la cantante più glamour, la nuova first lady dell’Eliseo, ovvero l’oggetto del desiderio dei rotocalchi di mezza Europa. Così François, con ironico puntiglio precisa: «A voler essere esatti sono un francese a Torino, che ha perso la testa per una torinese a Parigi».
Sta di fatto che a gennaio del 2008 la Musa, la «City Limousine» del più prestigioso marchio Fiat sarà sostenuta da una campagna pubblicitaria che ha per protagonista proprio la Bruni. E dopo poco arriverà una seconda serie: stessa protagonista, ma nuovo soggetto (con Carla che alla «vecchia» Limousine fa il funerale!). «Non sono spot - precisa François - ma micro film: piccoli capolavori girati da un giovane talento, Ago Panini. Quando uscirà il suo primo lungometraggio, Aspettando il sole, ne risentirete parlare. Raul Bova e altri attori italiani hanno recitato gratis per lui». Per ora parlano i corti della Musa: tutti girati nel clima polare di Budapest, in soli quattro giorni, per una brillante intuizione del primo «straniero» della nuova Fiat, che racconta queste storie incrociate con il sorriso sulle labbra.
François è un vero
personaggio: da giovane voleva fare
la rockstar, poi è diventato
produttore, poi si è reinventato
venditore, quindi ha
lavorato da creativo, infine
manager. Quando era numero
uno della Citroën-italia ha
persino pubblicato un libro di
poesie. La leggenda vuole che
un giorno Marchionne lo incontri
e gli dica: Credo più in
un manager che scrive poesie
che in uno che non le legge.
Vuol venire alla Fiat?
Sarkozy ha passato un
weekend con la Bruni in Egitto,
lei a Budapest... Siete molto
invidiati, lo sa?
(Ride) «Se dovessi inseguirla
su questo terreno dovrei dire:
ci siamo stati tre notti... ».
Quando ha scelto la Bruni poteva
lontanamente immaginare
che sarebbe passata da
diva a first lady prima della
campagna?
«Assolutamenteno! L’idea ci è
venuta nel marzo scorso... Credo
che allora né Carla né
Sarkozy sapessero cosa sarebbe
accaduto... ».
Lei è un suo antico sogno...
«Sì. Il mio amore per Carla nasce
in un’altra vita, all’inizio
degli anni novanta, quando facevo
il discografico».
E lei era «solo» top model...
«Ma da noi già celebre. La sentivo,
con quel suo tono inconfondibile,
e dicevo: questa onna
è fantastica, deve cantare
canzoni, incidere un disco!».
Carla a quel tempo non ci
pensava proprio...
«Anzi, diceva: "La musica non
fa perme,sono stonata". Capisce?
Visto quel che è successo
poi, è pazzesco».
È approdata alla musica
molti anni dopo.
«Ma io non avevo
più la casa discografica,
ahimè».
Però la sua passione
è cresciuta...
«La sua scelta è stata coraggiosa.
Era al top nel
suo campo, e si è rimessa
in gioco in
un altro. Tornando
al top. È raro
».
Cosa piace
della Bruni
ai
francesi?
«Tutto».
E agli
italiani?
(Ride) «Lo
stesso, direi».
Cosa consiglia
a chi la vuol conoscere
meglio?
«Senta il suo disco, Quelqu
’un m’a dit. Sublime».
Come spiega che un’italiana
abbia più successo in Francia
che da noi?
«Ma da noi Carlabrunì è considerata
di fatto francese!».
Davvero?
«È una donna colta, una che
cita un libro in ogni frase, che
parla il francese meglio dell’italiano...
che scrive testi per
altri cantanti di successo come Julien
Clerc...».
Noi la conosciamo meno.
«È un’intellettuale à la page.
Incarna al meglio l’italianità,
l’eleganza, il temperamento:
tre doti che sognavo di vedere
incarnate per raccontare la
Musa».
Ha dovuto corteggiarla molto
perché accettasse?
«A esser sincero non speravo
di riuscire a convincerla. Alla
Lancia siamo letteralmente
sommersi di agenti che ci propongono
possibili testimonial
mentre lei... ».
Non è un tipo facile?
«Non aveva la minima intenzione
di fare pubblicità, ed è -
ovviamente - l’ultima persona
che ha bisogno di denaro».
Chi era la riserva?
«Non c’era! Mi proponevano
tutte le stelle di Hollywood, ma
il cortometraggio era nato per
lei. Senza lei avremmo cambiato
soggetto».
La diva che arriva di notte,
scalza, vestita di lamè, sembra
che sia su una limousine
e che invece a sorpresa...
«...è nascosta dietro il macchinone.
Nella sua Musa, ovviamente.
Quando mi venne
l’idea dello spot, avevo in testa
una canzone, Bang bang, e sognavo
che la cantasse lei».
Dopo di che doveva «solo»
convincerla.
«Mi ha dato appuntamento a
Parigi, nella sua bella casa nel
XVI arrondissement, che è anche
il mio quartiere».
E poi?
«Mi sentivo come... Cenerentola
a Corte. Le ho raccontato il
soggetto, le ho detto che non
volevamo una réclame, ma
una piccola opera d’arte... ».
E cos’è successo?
«È rimasta silenziosa. Poi è salita
in camera, ha preso la chitarra,
è tornata giù e si è messa
a suonare gli accordi di
Bang bang. Capisci?».
Ha accettato.
«Sì, ma con una condizione
che si può concedere solo alle
dive».
Ovvero?
«Se il cortometraggio non le
fosse piaciuto si buttava nel cestino
e non si faceva nulla».
Pazzesco...
«No, giusto. Quando le abbiamo
mandato il prototipo, però,
non stavo nella pelle».
E lei che ha detto?
«Mi ha chiamato e mi ha
detto scherzando: "Oliver,
è venuto così bene
che quasi ti perdono
tutto il freddo che ho
preso a Budapest!"».
Molto Diva...
«No, molto molto professionale.
C’erano 4 gradi! Ero
convinto che avremmo dovuto
rinviare. Invece lei, senza controfigura,
ha girato tutto scalza
e seminuda».
Che tipo è vista
«da vicino»?
«Una che dopo tre
ore di set si infila
un maglione e si
mette a raccontare
barzellette sofisticate
alla troupe».
E per il lancio della
nuova Delta chi
prende come testimonial,
Sarkozy?
(Ride di gusto) «Ah
be’,provare non costa
nulla... ».
A lui cosa farebbe
cantare?
«Guardi, mi considererei
fortunato
se Carla dicesse sì
a una terza serie.
Ma dovrebbe proprio
farci un regalo».
Gabbana l’ha convinto
al tris...
«Lui ormai è un amico».
Quanto vale Carla Brunì?
«È difficile quantificare: abbiamo
trasmesso solo quattro
giorni di anteprima dello spot
all’uscita della Musa».
Risultato?
«Ottimo: più 10%!».
E perché il resto della campagna
va in onda a gennaio?
«In primo luogo Perché Carla
non rappresenta solo la Musa,
ma lo spirito che vogliamo dare
a tutta la Lancia: moderna,
sofisticata, intrigante... ».
E poi?
«Ci siamo tenuti il meglio per dopo le feste. Cioè ora».
Se il dato resta quello?
«Vado a piedi in Francia»
A Lourdes?
«No, a casa di Carla».
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