Politica

Caro carburanti, caccia ai distributori di benzina low cost

Valerio Boni

Nell'epoca dei voli low cost, dei discount alimentari e degli outlet, si sta forzatamente facendo largo il concetto di risparmio anche in materia di carburanti. Negli utenti si sta facendo largo l'idea di rinunciare ai telefoni cellulari e ai teli mare proposti come premi fedeltà dalle grandi compagnie petrolifere, puntando tutto sul pieno a basso costo.
Dodici mesi fa, con la benzina verde a 1,261 euro al litro, gli automobilisti italiani si preoccupavano infatti di scoprire quanto sarebbe costato in più l'esodo estivo rispetto all'anno precedente. Ma oggi il problema si ripropone in forma ancora più acuta, poiché puntuale si è presentata alla vigilia delle vacanze la nuova imponnata dei prezzi alla pompa. La media nazionale per un litro di verde è di 1,386 euro al litro, ma sono già molte le stazioni di servizio con distributori tarati sopra quota 1,400. Non va meglio con il gasolio, ormai assestato oltre la soglia di 1,200 euro, per non parlare della benzina ad alto numero di ottani, o dei combustibili diesel speciali.
Se si escludono gli italiani che abitano al confine con Svizzera e Austria, che possono contare su un risparmio di una decina di euro sul pieno di un'auto media, sfruttando le stazioni di servizio più vicine, o quelli in prossimità di Slovenia o meglio ancora di Livigno, dove lo sconto è ancora più sostanzioso, per gli altri le possibilità sono ben più limitate. A cominciare da chi vive a poca distanza dalla Francia, che non può contare su nessun beneficio varcando il confine, visto che i transalpini non possono contare su prezzi più favorevoli.
Tuttavia l'opportunità di spendere meno ogni volta che è necessario riempire il serbatoio dell'auto o dello scooter c'è. È sufficiente non fermarsi al primo distributore che si incontra sulla strada, ma cercare quelli che praticano tariffe più vantaggiose. In questo campo le opportunità maggiori si trovano nelle stazioni di servizio gestite da compagnie minori, o addirittura da distributori indipendenti. Per scoprire di quale entità possa essere il risparmio, è sufficiente confrontare le tabelle relative ai prezzi medi di ieri, elaborati dal sito www.prezzibenzina.it. Se Agip e Ip sono in testa alla graduatoria, primi ad avere superato la soglia psicologica di 1,400 euro al litro, in coda si trovano Cancellieri e Gazzaniga, rispettivamente con 1,320 e 1,345 euro per un litro di benzina verde. Ciò significa che rabboccare con 40 litri il serbatoio in riserva di una Fiat Punto in un centro Ip costa 56,16 euro, mentre in uno dei distributori laziali Cancellieri ne bastano 52,80. Vale a dire 3,36 euro in meno o, per ripoporre il vecchio ma non ancora dimenticato metro di paragone, 6.505 lire.
Come si può vedere non si tratta di risparmi che fanno gridare al miracolo, ma è comunque un aspetto positivo al quale gli italiani sono meno disposti a rinunciare. Anche se raggiungere i distributori low cost è decisamente meno facile che mettere la freccia ed entrare nella prima area autostradale che si incontra. Se si escludono rare eccezioni, come la spagnola Repsol o Enerpetroli, partecipata da Erg, i distributori che applicano i prezzi più favorevoli appartengono in maggior parte a organizzazioni locali. Che possono essere anche filiali di reti straniere, come nel caso dell'austriaca Omv, che è ovviamente più presente nel Triveneto. Enerpetroli e Ies sono i marchi che possiamo incontrare con maggiore frequenza sulle strade, in particolare il primo, che dispone di una rete di 34 distributori. Il segreto dei prezzi più bassi dipende in primo luogo dalle minori spese di distribuzione, poiché il raggio d'azione non è nazionale, ma è limitato al Lazio per Enerpetroli e prevalentemente all'Emilia Romagna per Ies. Per quest'ultima, inoltre, il risparmio è reso possibile dal massimo contenimento del personale, che in alcuni casi è addirittura assente, visto che sono completamente automatizzate. Negli altri casi, si tratta di distributori indipendenti, in alcuni casi raccolti in consorzi regionali, i più attivi dei quali si trovano in Sardegna, Veneto e Marche. Si tratta quindi di una rete low cost non capillare, molto meno fitta di quella che comprende i distributori di metano, a loro volta non facili da trovare.

Alla quale sono idealmente aggregate le stazioni di servizio dei grandi centri commerciali, che a loro volta praticano prezzi di assoluta concorrenza.

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