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Caro Gesù Bambino, ridammi Genova com’era

Caro Gesù Bambino, ridammi Genova com’era

Gentilissimo Direttore, essendo ormai prossimo al «tramonto» (ho passato 70 anni), ho pensato di scrivere la letterina di Natale a Gesù Bambino, ritornando quindi a fare quello che facevo quando ero adolescente.
Non so se vorrà pubblicarla ciò però non mi impedisce di esprimere il mio disgusto essendo ritornato nella mia città d’origine, nel constatare la stato in cui si trova. Non so quanto Lei condividerà, però esistendo libertà di stampa e di pensiero (all’infuori che per il nostro grandissimo Feltri), mi consentirà lo scritto.
Caro Gesù Bambino, da più di un anno sono tornato nella mia città d’origine dopo quasi 50 anni di lavoro all’estero, Ti confesso che mi è sembrato d’arrivare in una città che quasi non riconosco più.
Non ho trovato più i tram, non ho più trovato l’antica trattoria del Toro a Sampierdarena ove intorno a quei tavoloni, ricchi e meno ricchi, famosi e meno famosi nella Vigilia di Natale tutti insieme si festeggiava con la «sbira» ed il famoso panettone genovese, non ho più trovato Mario, dove si mangiava il famoso stoccafisso, non ho più trovato Giavotto a De Ferrari, non ho più trovato Maxin, Batti, Pippo, Maria, Pino, ecc., in compenso ho trovato Mirko, Jonathan, Willy, Williams, Jessica, Monica, ecc., non ho più visto in giro i genovesi «cantuné» a sveltire il traffico, non ho più trovato l’Ansaldo Meccanico, non ho più trovato l’Ansaldo Fossati, non ho più trovato l’Ansaldo Ferroviario, non ho più trovato la Siac di Campi, non ho più trovato la Mira Lanza, non ho più trovato la raffineria Erg, non ho più trovato le Ferriere Bruzzo di Bolzaneto, la Ferriera Campanella di Pontedecimo, non ho più trovato l’Ansaldo Sangiorgio, non ho più trovato le Fonderie di Multedo, non ho più visto in porto e nelle zone limitrofe il commercio che portava il conte Biancamano, l’Augustus, il Giulio Cesare, il Corrientes, ecc., non ho più visto tutte quelle navi in rada che attendevano per entrare in porto e facevano di Genova uno dei porti commerciali più importanti d’Europa, insomma ho trovato una città che non conosco più.
In questo periodo ho quindi pensato di farmi accompagnare da un vecchio amico che mi ha illuminato su tante cose e mi ha detto: vedi Paolin, Genova una volta era la Superba oggi chi viene da fuori la definisce la Defunta Superba. Le amministrazioni che si sono succedute, all’infuori di quella di Adamoli e Pertusio, hanno portato la città nello stato in cui l’hai trovata. La città è stata scippata di 50/60.000 posti di lavoro, senza che nessuno, compreso il sindacato, si opponesse. Sono state portate via anche le Direzioni di grandissime Aziende (Esso, Ip, Eridania) nessuno ha fatto o detto niente. Di notte se ti ricordi andavamo a sbagasciare fino alle 6 del mattino nei vicoli, passando serate indimenticabili anche con quelle bagascione che trovavamo. Prova ad andarci adesso dopo le 22, prova a far passare una donna sola dopo le 22 in via XX Settembre!
Caro Paolin, questa è quella che fu la patria di grandi Genovesi, di grandi imprenditori, di uomini di fede, di grandi uomini sportivi a cominciare dai vogatori di Prà che partecipavano alle regate delle Repubbliche Marinare ed ogni tanto ci portavano la vittoria. Oggi anche quelle sono un ricordo.
Non so se arrivando a Nizza, a Barcellona o in altre città di mare troverai lo stesso impatto che trovi arrivando a Genova, io l’ho constatato siamo veramente sul fondo, siamo alla mortificazione.
Arrivi a Genova dall’autostrada le prime cose che ti colpiscono sono le carcasse delle auto abbandonate, le aiole piene di erbacce e la moltitudine di gente sporca che viene a chiedere l’elemosina e sarai fortunato se non ti rapinano o ti svaligiano la casa.
Come hai constatato i vigili (cantuné) genovesi sono quasi tutti ammalati di artrosi alle braccia, hanno problemi alla cervicale insomma se tira vento, se vengono due gocce d’acqua, se è troppo caldo, in qualsiasi condizione non ne vedi più uno in giro a far segnali a braccia come si faceva una volta. Ti ricordi a Natale e all’Epifania cosa non portavamo di regali alle postazioni dei vigili? Uno spettacolo, oggi se la gente potesse lascerebbe dei sacchetti di spazzatura, per non dire peggio.
Abbiamo un sindaco ed una giunta comunale da ricordare negli annali, peggio di così non so cosa avrebbe potuto capitare a Genova, non per niente il nostro sindaco risulta essere nella zona alta della classifica dei peggiori sindaci Italiani, sopra di Lei c’è la Jervolino e qualcun altro, complimenti!
La nostra sindaco sa distinguersi in tutto, basta che la segui nei dibattiti in televisione, sempre distinta ed elegante con le calze a rete, non sa purtroppo accettare le critiche o le domande che non le «piacciono» a quelle risponde con un sorriso di sufficienza che non le fa certo onore.
Cosa fa lei alla sua gente: di positivo niente, solo discorsi, forse se la protesta studentesca continuerà la sindaco la vedremo salire sui tetti delle nostre facoltà, per adesso però dobbiamo accontentarci di annoverare nelle nostre aule un nuovo e preparatissimo docente, il Sig. Giuliani e magari domani anche la sua intelligentissima Signora.
Ma chi è Giuliani? Il padre di un eroe caduto in battaglia, un eroe che verrà ricordato nella storia come Balilla, hai capito bene!
Caro Mario ho capito tutto, ho capito perché la Superba è defunta, ho capito perché da circa 900.000 abitanti oggi è scesa a 600.000 circa, ho capito perché la gente scappa da Genova, ho capito perché a malincuore me ne ritornerò nel paese che non amo ma nel quale posso permettermi di lasciare la porta di casa aperta e nessuno entra senza averlo prima chiesto, e sono sicuro che quando sarà l’ora andrò a riposare in un cimitero pulito ed ordinato, non come quelli che ho avuto occasione di visitare qui.
Caro Gesù Bambino sono stato un po’ «lungo» vedi tu di farmi felice, fammi fare un buon Natale se riuscirai ad inculcare nei genovesi che è ora di cambiare, è ora di pensare a qualche cosa di diverso e più pulito, di far tabula rasa di questi politici; per le prossime elezioni aiutaci a portare Sindaco un manager, una persona che sappia cosa vuol dire gestire, una persona che si sia sporcata anche le mani arrivando dalla gavetta.

Di politici anche se hanno le calze a rete, di sindacalisti, di venditori di fumo, ecc., Genova non ne ha bisogno, Genova «a là za detu».
Gesù Bambino pensaci Tu, se ciò avverrà non me ne andrò più da questa città che amo come una bella donna e che non sarebbe giusto tradire.
Buon Natale.

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