«Caro Silvio, ti difendiamo noi dalle trame di sinistra»

nostro inviato a Pontida (Bergamo)

Ecco, magari non sarà proprio come dicono Piera e «scriva solo il marito di Piera», da Casatenovo il quel di Lecco, che «se è vero che è ancora capace con le ventenni, allora è un grande». E comunque il popolo di Pontida tiene in media a precisare che «a noi non ce ne frega niente, siamo qui per l’Umberto e per la Lega», e sia chiaro che «stiamo con Silvio perché ci aiuta a realizzare le nostre battaglie», ma insomma «non siamo berlusconiani, la Lega è un partito a sé». E però «dài, è ovvio che ha ragione, qualcosa c’è». Se il premier dice che c’era un piano eversivo per rovesciarlo «lo saprà lui se è vero», ma insomma, per dirla con Flavio Della Vedova da Portogruaro, Venezia: «Com’è che quest’uomo è sfigato a tempo?».
Due indizi su due ci sono, fa eco Samuele Camilleri, 32 anni, sono abbastanza per andare indietro di 15: «Napoli 1994 non le dice nulla? Ogni volta che viene eletto, puntuale interviene la magistratura». E che la regia porti al Pd qui tutti lo danno per scontato: «Scusi, ma guardi tutto l’ambaradam che hanno tirato su con la napoletana, lì, Noemi. Berlusconi cercava di cambiare argomento e loro niente, non c’è stato verso» considera Francesco Aonzo, 21 anni e la sveglia all’alba per salire da Alassio. Ecco, Noemi: «Era lei l’unico punto del programma elettorale della sinistra, o lei ha sentito anche proposte per il popolo che lavora e paga le tasse?» domanda Carlo Artori, 63 anni «con la quinta elementare, ma ho lavorato per 49 anni e cose del genere non le avevo mai viste, quel Franceschini nemmeno a nascondino può giocare, perché nessuno lo andrebbe a cercare».
Ora, non è che il gossip proprio annoi. Giancarlo e Renata vorrebbero sapere se è vero che «il fratello del fotografo, sa, quello delle foto a villa Certosa, è candidato dell’Idv». Piera Ghezzi non dice il nome del paese, «è piccolo e la gente mormora», ma sa con certezza che quando Veronica Lario va nel centro benessere sulla statale a tre chilometri da Arcore, la struttura chiude al pubblico, va be’. Solo che «la politica è altra cosa rispetto a queste panzanate» avverte Francesco Bruzzone, segretario «nazionale» ligure, e «l’imbroglio sottile del Pd è quello di rifugiarsi nelle sciocchezze invece di guardare a come il centrodestra sta governando» aggiunge Maria Rosa Rossetti, consigliera di circoscrizione a Genova.
La parola dei big sul «piano eversivo» denunciato dal premier è quella di Umberto Bossi e di Roberto Calderoli. Se il ministro Luca Zaia svicola, «chiedete a chi ne ha la competenza» consiglia il suo staff (e vai a capire chi è), Mario Borghezio si sente almeno addetto alla dietrologia, e avverte: «Un mese prima della campagna elettorale si è riunita a porte chiuse la Trilateral Commission, una sorta di sinedrio internazionale di alto livello finanziario e di molta influenza, presenti, come ha segnalato la stampa francese, Romano Prodi e Mario Draghi». Quindi? «È un dato che questo governo non sia servo dei poteri forti. Mi domando se la regia di questa ben orchestrata campagna contro Berlusconi non sia di un livello ben più alto della redazione romana di Repubblica. Per queste persone, organizzare un attacco del genere è facile come per me organizzare una ronda». Il capogruppo alla Camera Roberto Cota si sente di rassicurare: «Sono anni che cercano di rovesciare Berlusconi, invano. Finché la Lega è così forte, il premier può stare tranquillo». Matteo Salvini, neoeletto europarlamentare, invece mette in guardia il premier: «Che ci sia un certo tipo di magistratura che fa politica con la clava è indubbio, e allora bene farebbe Berlusconi a seguire la Lega sulla via dei magistrati eletti dal popolo, ma anche a fornire meno appigli possibile a chi lavora nel fango e nel torbido».


Se chiedi alla «pancia» del partito, però, ti risponde con Claudia da Caravaggio: «Le feste? Berlusconi viene dal popolo, si comporta come noi. È al naturale, e deve essere così. Uno di noi. Del Fini incravattato che parla difficile, non ce ne facciamo niente». Ma questa è un’altra storia.

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