«Caro Veltroni non sai neanche che esistiamo»

I dipendenti comunali protestano per un concorso interno bandito e mai fatto

Michela Giachetta

I dipendenti comunali sono in guerra contro il loro datore di lavoro, il Campidoglio. A tal punto che lunedì hanno bloccato il consiglio comunale, chiedendo di essere ascoltati.
Una richiesta che si ripete da ormai quattro anni. È nel 2001, infatti, che è stato bandito il concorso interno, oggetto della loro protesta, ma da allora, dicono i lavoratori, «Veltroni non ci ha mai ascoltato. Non è neanche mai venuto a fare la nostra conoscenza». «Eppure - continuano - ricopriamo in Comune incarichi importanti». Sono, infatti, architetti, amministratrici di asili nido, funzionari con ruoli di un certo rilievo i soggetti coinvolti in questa storia che inizia nel 1997. In quell’anno viene bandito un concorso interno al Comune per il conferimento di 337 posti per istruttore direttivo amministrativo-categoria D. Le prove scritte, rimandate tre volte, si svolgono nel 2000. I risultati, con la conseguente graduatoria definitiva, vengono pubblicati nel 2001, dopo lo svolgimento degli orali. Risultano idonei 937 dipendenti. Incomincia così in quell’anno lo scorrimento della graduatoria, che avviene in tre cicli. Alla fine accederanno alla categoria D, nel ruolo di istruttori amministrativi, 630 dipendenti, gli altri 337 ancora aspettano. Nel luglio del 2004, infatti, tramite accordo sindacale il Comune pattuisce «di non procedere a ulteriori scorrimenti della graduatoria». «Ma la scadenza naturale della chiusura della graduatoria - spiega la signora Elvira Tempesta, una delle dipendenti presenti lunedì in consiglio - era a settembre. Non solo: la Finanziaria aveva previsto che si potesse prorogarne la chiusura, per permettere l’accesso al passaggio di ruolo di tutti i dipendenti risultati idonei». Nell’agosto dello stesso anno, intanto, viene attuato un nuovo piano organico, da cui emerge che nella categoria D, nel ruolo di funzionario amministrativo, mancano 181 unità. «Il nuovo piano organico parla di “funzionario” e non più di “istruttore” amministrativo - racconta la signora Tempesta - ma le due figure sono equivalenti». «Il cambiamento di nome della funzione, però, avrebbe giustificato la scelta da parte del Comune di indire un nuovo concorso - spiegano i dipendenti - casualmente in prossimità delle prossime elezioni». Dopo quattro anni di manifestazioni, richieste di intervento, promesse non mantenute da parte di alcuni esponenti della Giunta, i dipendenti comunali hanno deciso di ricorrere al Tar. Il nuovo concorso, quindi, al momento, non è stato ancora indetto. «E sarebbe assurdo che lo fosse - spiega la signora Tempesta - per coprire quei 181 posti vacanti ci siamo già noi, che aspettiamo da anni».

Senza contare che il loro passaggio di ruolo costerebbe zero all’amministrazione, dal momento che la categoria D è, da un punto di vista retributivo, assimilabile alla C, a cui appartiene la totalità dei dipendenti presenti in graduatoria. I lavoratori, quindi, il loro guadagno economico l’avrebbero solo al momento della pensione. Quale sarebbe, invece, il guadagno del Comune nell’indire un nuovo concorso?

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