Carosello, juke box e Topo Gigio Gli oggetti che valgono un ricordo

È un mercato in ascesa, dove entra in gioco soprattutto l'aspetto sentimentale. Vecchi telefoni, flipper, Vespe, ma anche le insegne laccate che hanno accompagnato la nostra infanzia

È una storia che comincia laddove iniziano i ricordi. Il primo lento ballato sulle note gracchianti di un Juke box. Il Topo Gigio che regalavano acquistando una confezione di Pavesini quando ti fermavi all'autogrill. La pubblicità del Coppertone con la bambina bionda e il cocker nero a scandire l'arrivo dell'estate. E gli anni del Carosello, che quando finisce si va tutti a nanna. Lo chiamano «vintage». Sono gli oggetti del quotidiano di un tempo non troppo lontano che però non c'è più. Il loro valore è direttamente proporzionale a quanto ha significato nella nostra vita, oltre che all'età e alla rarità. È per questo che sempre più spesso nel riarredare le case l'oggetto vintage trova un suo posto d'onore. È un mercato in crescita, fatto di collezionisti e di appassionati sempre più numerosi. «C'è chi non capisce ma di certo si basa prevalentemente sul ricordo», fa notare Andrea Ashton che colleziona e all'occorrenza commercializza a Milano oggetti e arredi retrò per poi trovarne altri. Ha cominciato un decina di anni fa. Era appassionato di macchinine, via via che il tempo passava ha cominciato a girare per mercatini alla ricerca di oggetti «legati ai ricordi da bambino». Così, mentre continua col fratello a fare il grossista di pellicce, si è creato un'attività in parallelo che lo fa svegliare la mattina alle 4 per essere alle 5 in qualche mercatino a cercare un pezzo che gli racconti qualcosa. «Quando compri un oggetto vorresti tenertelo per sempre, poi ovviamente le vendi ma devo dire che mi piace particolarmente quando lo compra qualcuno che capisce il suo valore affettivo». Un viaggio tra i suoi oggetti (quelli delle foto) è come fare un salto indietro nel tempo. Tra quelli che vanno di più ad esempio c'è la vecchia insegna gialla col telefono nero della Sip che qualcuno ha comprato per sistemare sopra il telefono fisso a casa. Ci sono le vecchie Vespe e i Ciao, con le relative pubblicità cartonate. Ci sono i distributori delle «gomme del ponte» Brooklin che stavano in mezzo alla strada: 50 lire, un giro di manovella ed ecco il pacchettino, bianco o verde. «Ci sono cose che ti possono piacere anche se non ricordano nulla - racconta - Ed è per questo che anche a molti giovani quando arredano una casa piace inserire un pezzo vintage, ma di solito l'aspetto sentimentale è fondamentale». A lui per esempio è rimasta ben stampata nella mente una signora che si è commossa davanti alla locandina del film Pippi Calzalunghe del '71: era il primo film che aveva visto col suo papà. Si ricorda anche bene di un'altra signora che ha voluto a tutti i costi il grande manifesto della Coppertone da mettere alla parete delle sala di una casa al mare... ma lui non ha avuto pace finchè non ne ha trovata un'altro. C'è un mercato per i vecchi giocattoli, ce n'è uno per le scatole di latta così come per le insegne di ferro un tempo smaltate a fuoco. I prezzi variano a seconda delle condizioni e della rarità. C'è una lavagna ad esempio degli anni '40 con le griglie dove venivano scritti i risultati delle partite che ha un valore di 800 euro. I Juke box vanno dai 1500 euro per arrivare ai 30mila euro di quelli americani con i meccanismi a vista. Gli oggetti che adesso assolutamente vorrebbe avere sono un telefono a gettoni e la microguida. «Mi ricorda le estati in Versilia... col volante della 500 e i pedali dovevi evitare di finire in buca con una piccola pallina di acciaio. Non se ne trovano più. Ho provato a a chiamare anche la Conti, la casa che le produceva ma hanno perso le tracce di quelle poche esistenti». Se ne avete una l'indirizzo è infovintageworld.

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