Cronache

Carrega Ligure non si siede sui ruderi: li vende a 1 euro

Carrega Ligure non si siede sui ruderi: li vende a 1 euro

(...) del vagheggiamento crepuscolare. Perché il Gozzano sindaco, anche se pronipote di quel Guido della «Signorina Felicita» dalle «iridi sincere azzurre d'un azzurro di stoviglia», quel mondo lì, accarezzato e ironizzato dal poeta, mica ci sta a vederselo rovinare a valle. Sgarbi docet e Gozzano lancia l'idea di vendere a 1 euro i ruderi abbandonati perché Carrega e le sue frazioni tornino a pulsare. «L'idea è d'un paio d'anni fa e s'è bloccata per le amministrative» delucida il sindaco che nel frattempo è stato riconfermato e intende riprendere al più presto il discorso, supportandolo con una normativa ad hoc, «che sarà pronta a breve» t'assicura. Ti aspetta al casello di Vignole Borbera sulla Serravalle. Lo segui di paese in saliscendi, sosta a Cabella per un caffè e il flash sulla via del Sale e i Templari, che adesso il paesaggio s'intreccia un po': «Un venti minuti di curve, vedrà che spettacolo». Lo talloni, ti ha parlato di Reneuzzi disabitata, della sua chiesa con strani segni: «Ci si arriva solo a piedi e c'è ancora troppa neve» ti smonta. In macchina, il fiume che grava la valle e case improbabili incastrate nei monti, poi Connio, ed ecco Carrega che scivola sui carruggi in salita. La chiesa troneggia in piazza, un po' di edifici intorno a nido, il municipio col neo dipendente abruzzese fresco di concorso, tre anime in tutto, il prof milanese che ha preso dimora fronte-chiesa e Maria Angela Crosetti che non ha fatto fatica a tornarci a Carrega. «Nel '60 le prime case le ha ristrutturate la mia famiglia - ricorda Gozzano - mia mamma, che era nativa di qui, con mia zia e le sue quattro figlie. Poi abbiamo pensato alla chiesa che è del 1200». Gozzano si fionda a Carrega, nell'alessandrino ligure, 56 chilometri quadrati su undici frazioni più tre disabitate per novantotto anime in tutto, da una a tre volte la settimana; è presidente della Comunità Montana Terre del Giarolo e si sta inventando il futuribile perché l'oblio non l'ingoi. Sei nella piazza di Carrega, la Chiesa di San Giuliano, XIII secolo, tre navate, pregevoli stucchi e altare in marmo; le frazioni che ti ci hanno accompagnato sono sparuti baluardi. Un paio di anziani si chiudono le porte strette alle spalle e tu cerchi con gli occhi le case a 1 euro. Un po' di cartelli con su scritto «vendesi», no, non c'entrano: «Quelle stanno nelle frazioni - dettaglia Gozzano - e sono spesso ruderi se non addirittura semplici perimetri di pietra. Sono spesso proprietà frazionate e abbandonate: ecco l'idea di darle simbolicamente a 1 euro». Non le puoi scegliere e l'attribuzione è indipendente dall'ordine cronologico di presentazione della domanda. Da sapere: le comunicazioni sono essenziali, non ci sono negozi di alimentari eccetto un ambulante più assiduo in estate, spesso le frazioni sono isolate per neve e raggiungibili solo a piedi e non c'è presidio medico fuorché nella stagione estiva in cui la popolazione lievita all'ombra di tanta bellezza. Scelta impegnativa e motivata perché, «definita la normativa cui stiamo lavorando - avverte Gozzano - chi avrà la casa dovrà intervenire subito restaurando. Se sono presenti i soli muri perimetrali sarà possibile piazzarci una di quelle belle casette prefabbricate che in Trentino sanno fare benissimo». Uno spiraglio in quell'appennino spazzato dal vento e percorso dall'acqua, «energie rinnovabili che possono rappresentare la nostra salvezza - insiste Gozzano, ex dirigente e oggi libero professionista informatico - Il consiglio comunale siamo noi che c'inventiamo la vita qui; un ingegnere sta lavorando a progetti in questa direzione». Poi c'è il paesaggio, prendi la strada per il Monte Carmo, 1600 metri, un agriturismo, una giovane coppia che ha deciso di vivere qui con i bambini che vanno a scuola a Torriglia. E l'occhio che spazia su quelle immagini di ritorno, sui boschi divorati a piedi per secoli, sulle case incastonate nel passato contadino che aspettano «l'uomo delle case a 1 euro» per riprendersi una seconda vita. Gozzano di fronte alla valle a tastarne il battito: «Dobbiamo sistemare tutta la sentieristica: un gran progetto. Vede laggiù Portofino? Venti chilometri in linea d'aria. Vogliamo tornare ad arrivarci a piedi creando un percorso a tappe con punti di ristoro». La frazione di Ferrazza se la sono acquistata e ristrutturata un po' di decenni fa un gruppo di foresti che ci passa le ferie estive.

Gozzano invece vuole rimettere in piedi il sistema-paese giocandosela su un'ipotesi di sviluppo davvero possibile.

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