Fabrizio Micheli
Fra i ristoranti di cucina fusion, creativa o di territorio con facoltà di innovare, cè anche spazio per quelli che possiamo definire di cucina «solida», dove cioè si bada molto alla qualità dellofferta, senza inutili fronzoli o superflue originalità. Magari, a volte, si esagera un po, come nel caso di Papà Baccus, già oggetto della nostra benevola attenzione. Si tratta (forse) del miglior ristorante di cucina toscana della Capitale, i cui proprietari, aretini Doc, sono dei veri talent scout dei prodotti della loro regione: prosciutti artigianali, chianine Igp, legumi biologici e tutto ciò che di meglio offre la terra di Dante. Stupisce, quindi, che la carta preveda una possibilità di scelta alquanto ridotta, che per i secondi si limita alla sola carne alla griglia (nelle versioni tagliata, fiorentina e filetto) e a due proposte ittiche. Non si sciala nemmeno con i primi piatti, compresi fra due zuppe (una delle quali è limmancabile ribollita) e tre paste asciutte. Un po più di respiro negli antipasti, con la bella selezione di salumi casentinesi e di Cinta e con i dolci, dove accanto ai sempiterni, ma in questo caso strepitosi, cantuccini casalinghi, si possono scegliere (da apposita carta) assolute delizie come il semifreddo alla vaniglia o il tortino di cioccolato. Tanta qualità e tecnica di cucina meriterebbero, quindi, un panorama più vasto. Le carni, comunque, sono sempre perfette per sapore e cottura, con un sapiente equilibrio fra lesterno (croccante ma non bruciato) e linterno (al sangue ma non crudo).
Anche sui dettagli si potrebbe fare qualcosa di più: vedi il vino bianco senza cestello del ghiaccio; o il pane, che a questi livelli dovrebbe viaggiare su ben altri standard. Ottima cantina regionale. Sui 50 euro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.