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Cartier dichiara guerra al mercato parallelo

Un'annata più che positiva per la Richemont il 2005, parola di Giacomo Bozzi, presidente e amministratore delegato della Richemont Italia, la filiale italiana del grande gruppo orologiero. «Nell'ultimo semestre - dice Bozzi - le vendite sono cresciute del 16%, superando il record storico del 2000. In particolare, sono risultati in forte accelerazione il mercato statunitense e quello asiatico, ma la "povera" Europa, nonostante le sue difficoltà economiche, ha segnato una brillante performance con un più 14 per cento. Inoltre, secondo una ricerca effettuata dalla Goldman & Sachs, si prevede una ulteriore accelerazione del mercato orologiero di prestigio nei primi 6 mesi dell'anno in corso». Brilla quindi in pieno il sole su casa Richemont: non per niente le azioni del colosso oggi sono quotate 57 franchi svizzeri, contro i 19 di due anni e mezzo fa. E la parola colosso non è certo fuor di luogo, visto che al gruppo anglo-svizzero fanno capo, per quanto riguarda il solo settore orologiero, Cartier, Vacheron Constantin, IWC, Jaeger-LeCoultre, Lange & Söhne, Officine Panerai, Piaget e Baume & Mercier. Tuttavia all'orizzonte c'è una minaccia sempre più incombente per il mercato dell'orologeria di prestigio: la distribuzione del prodotto al di fuori della rete ufficiale dei Concessionari autorizzati ed il mercato parallelo. E' un problema più di immagine che economico: per le marche orologiaie si tratta di combattere contro il posizionamento di un prodotto di prestigio in vetrine sbagliate e contro gli sconti che non vanno a discapito degli introiti della Maison, ma che influiscono negativamente sul valore del marchio, ovvero su ciò che esso rappresenta in termini di esclusività e di correttezza commerciale, e penalizzano la distribuzione ufficiale.

E qui a scendere in campo c'è la capofila del Gruppo, ovvero Cartier: «La situazione del mercato ha superato il livello di guardia -dice Bozzi che questa volta parla come presidente della Cartier Italia- e la nostra Maison è decisa a prendere provvedimenti drastici per garantire la qualità della distribuzione, evitando che i clienti possano sentirsi presi in giro trovando incomprensibili differenze nei prezzi. Il nostro obiettivo è quello di difendere la distribuzione ufficiale che, sola, può dare piena garanzia al cliente finale».

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