Tonfo delle banche e spread in salita: l'ombra della troika spaventa l'Europa

Il ministro delle Finanze Lombard. "Rischio di intervento del Fmi". Giù i titoli del listino francese, contagiate Milano e Francoforte

Tonfo delle banche e spread in salita: l'ombra della troika spaventa l'Europa
00:00 00:00

La Francia rischia di finire come la Grecia con l'intervento della troika formata da Bce, Commissione Ue e Fondo monetario? La domanda non sembra peregrina se si riprendono le dichiarazioni del ministro delle Finanze francese, Eric Lombard: "Vogliamo evitare il rischio di un intervento del Fmi nel caso in cui il governo cada ma non posso fare finta che questa eventualità non esista", ha detto ieri mattina in un'intervista radiofonica. Poi, nel pomeriggio, ha cercato di correggere il tiro e tranquillizzare i mercati assicurando con un post sui social che "ad oggi non siamo minacciati da alcun intervento, né da parte del Fondo Monetario Internazionale, né della Bce, né di alcuna organizzazione internazionale". Ad oggi, appunto. Ma nei prossimi mesi cosa succederà?

Di certo, per ridurre il debito francese servono azioni drastiche: circa 44 miliardi di euro di tagli al bilancio per tamponare il deficit, che nel 2024 ha raggiunto il 5,8% del Pil. E le sirene di allarme sono già tornate a suonare nelle sale operative: azioni e obbligazioni francesi sono crollate dopo che il primo ministro François Bayrou ha indetto una mozione di fiducia per far approvare un bilancio di austerità l'8 settembre. I rischi per l'instabilità politica e per una maggiore indisciplina fiscale hanno scosso la Borsa di Parigi: il Cac 40 ieri ha ceduto l'1,7%, dopo aver già chiuso lunedì a -1,6%. In profondo rosso i titoli bancari su cui pesa l'andamento dei conti pubblici. Gli istituti sono pieni di Oat, i titoli di Stato francesi. Lo spread tra gli Oat e i Btp decennali è tornato sotto 10 punti: 6,8 per l'esattezza, nuovo minimo storico. Intanto, la differenza di rendimento tra il debito decennale francese e quello tedesco un indicatore chiave del rischio si è ampliata raggiungendo i 78 punti base, rispetto ai 70 di fine della scorsa settimana. Mentre gli operatori temono un imminente declassamento del debito da parte delle agenzie di rating, le azioni di Société Générale hanno lasciato sul terreno il 6,8%, quelle del Crédit Agricole il 5,7% e Bnp Paribas il 4,2 per cento. Il credito è una leva per l'economia e l'andamento dei titoli bancari è un termometro che segna febbre alta. Le prospettive politiche incerte pesano anche sulle aspettative dei cittadini: la fiducia delle famiglie francesi è diminuita ad agosto, dopo tre mesi consecutivi di stabilità. L'indice stilato dall'Istituto nazionale di statistica Insee si è attestato a 87, il livello più basso da ottobre 2023.

Ieri ad andare giù sono state anche le altre Borse europee (Milano -1,3%, Francoforte -0,5%). Gli investitori temono che la Francia possa essere sul punto di innescare una nuova crisi dell'eurozona, e la cosa sorprendente è che ci sia voluto così tanto tempo perché tutti si accorgessero che le finanze pubbliche del Paese e la sua economia sono un disastro. La crisi francese può avere un effetto anche sulla realizzazione dell'unione bancaria. A inizio 2024 l'allora ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, si era presentato all'Ecofin lanciando un appello: "Se è impossibile partire a Ventisette, iniziamo subito con una supervisione europea volontaria, prodotti di risparmio volontari, e titoli volontari per gli Stati e le banche lo vogliono", aveva detto. Dalla tasca aveva poi tirato fuori alcune proposte per mettere il cappello della Francia sull'unione monetaria cercando lo "strappo" di un gruppo di Stati che potessero staccarsi dal resto e integrare maggiormente i propri mercati finanziari. Del resto, Parigi da tempo era in corsa per attirare i colossi finanziari che hanno lasciato Londra dopo la Brexit con l'ambizione di diventare il nuovo epicentro finanziario in concorrenza con la piazza di Francoforte. E in questa sfida ha cercato la sponda degli italiani.

Tanto che il dossier dell'unione bancaria è finito nel trattato del Quirinale sulla cooperazione bilaterale firmato a Roma nel 2021 dall'allora presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal presidente francese Emmanuel Macron.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica