La promessa è stata mantenuta. Sonia, la mamma milanese che ha vissuto per una settimana in una Fiat Punto parcheggiata in una piazzetta di Quarto Oggiaro, insieme alla sua bambina malata di tumore, ieri è entrata nella sua nuova casa. Un sogno diventato realtà grazie allassessore Mariolina Moioli, il presidente di Aler (azienda lombarda edilizia residenziale) Loris Zaffra e il direttore dellIstituto nazionale dei tumori di Milano, Alberto Scanni, che le hanno consegnato le chiavi di un bilocale vicino allospedale per le cure della bambina. «Questa è una soluzione provvisoria - ha detto lassessore Moioli - e durerà fino a quando Sonia non riuscirà a raggiungere la propria autonomia».
Sonia era molto emozionata. Non sapeva se piangere o ridere, era travolta da tante emozioni. «Ringrazio Dio, ringrazio tutti per questa casa - ha detto la mamma milanese -, da domani comincia una nuova vita, devo trovare un lavoro per costruire un futuro per me e la mia bambina».
Già, la bambina, Chantal di sei anni e mezzo, forse troppo piccola per aver già affrontato certi dolori. Lei non era presente perché era allasilo, ma al ritorno, la mamma le ha fatto trovare delle bambole sul suo nuovo letto. «La bimba non voleva andare a scuola per vedere la casa - ha continuato Sonia - credo che sarà confusa ma felicissima quando la vedrà».
Madre e figlia hanno vissuto per cinque mesi a Monza, il suo paese dorigine a cui lei è molto legata. Purtroppo però, in seguito ad alcuni lavori andati male e alla separazione di Sonia dal compagno ecco la crisi. Dopo essere state ospitate da amici, Sonia ha deciso di arrangiarsi, trasformando la macchina, prestata da unamica, nella loro abitazione provvisoria. La sua voce è quella di una donna che ne ha passate tante e la cui unica preoccupazione è la sua bimba malata. Affetta dal tumore di Wilms, malattia rara che colpisce i bambini, Chantal deve fare la chemio ogni tre settimane e non a caso la casa è stata scelta vicino allIstituto.
«Questa storia ci ha toccato, è davvero drammatica - ha commentato Loris Zaffra - noi abbiamo una decina di case a disposizione per casi del genere, accogliamo anche le famiglie che vengono a Milano apposta per ricevere delle cure». E gli fa eco il direttore Alberto Scanni: «Una storia che ha commosso tutti. Sonia dallessere una sconosciuta è entrata nelle case degli italiani per il suo trascorso cosi tragico». Ma lassessore Moioli ha subito precisato: «I riflettori si spengono, tu devi lavorare». E lei sembra proprio convinta nel volerlo fare. «Mi va bene qualsiasi tipo di lavoro, io ho fatto anche limbianchina».
Ecco che così si chiude una storia tragica. E chissà che quel mazzo di chiavi consegnato a Sonia non le apra soltanto la porta di una casa, ma anche quella di una grande speranza per il futuro, vivere serena e felice con la sua bambina.
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