Casa d’appuntamenti con squillo a rotazione: un arresto

Ogni lunedì si scambiano le chiavi della casa di appuntamenti di via Francesco Amici a Monteverde e lasciavano sul tavolo il telefono cellulare di «servizio» che le manteneva in contatto con i loro clienti. Un sistema di rotazione che portava le giovani prostitute sudamericane a spostarsi anche in altre cittá come Perugia, Terni e Latina. Il cittadino sudamericano 35enne, ricercato in Ecuador, riceveva da ogni ragazza 100 euro al giorno per poter usufruire del vecchio box auto su via Amici adibito ad appartamento a luci rosse. L’uomo si occupava anche di pubblicizzare le ragazze con annunci su siti web e quotidiani.
Tre le ragazze sudamericane, tra i 23 e i 26 anni, che hanno deciso di denunciare il loro sfruttatore. A loro la polizia ha garantito un programma di reinserimento sociale attraverso la rete delle associazioni. Gli agenti della Sezione antiprostituzione della squadra mobile di Roma, diretti da Maurilio Grasso, hanno fatto irruzione nella casa dopo alcune settimane di appostamenti. All’interno c’erano due camere per ricevere i clienti e grossi armadi pieni di dvd e indumenti intimi hard. I clienti erano principalmente italiani e per ogni prestazione pagavano una somma compresa tra i 50 e i 100 euro. L’appartamento é stato posto sotto sequestro.
Gli inquirenti proseguono nelle indagini per chiarire se il sudamericano rientri, come sembra probabile, in un’organizzazione di sfruttamento della prostituzione piú grande e articolata.
Ma sempre ieri i carabinieri hanno scoperto un’altra casa d’appuntamenti situata a due passi da piazza Bologna. Una serie di appostamenti iniziati a via Veneto hanno portato in breve tempo alla casa dove una cittadina colombiana di 31 anni, arrestata con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, gestiva la sua fiorente attività. La donna, dopo aver regolarmente ottenuto in locazione un appartamento di via Cremona, ha dato alle sue ragazze, due connazionali di 23 e 24 anni e una venezuelana di 27, la possibilità di usufruirne per gli incontri con i clienti. La tenutaria gestiva personalmente gli appuntamenti delle ragazze, pubblicando annunci su internet e su alcuni quotidiani della capitale. Ma per i clienti più affezionati era stato attivato anche un servizio «premium» mediante avvisi via sms.
Dalle tre prostitute la colombiana pretendeva una parte dei loro proventi e il pagamento del canone di locazione.


Durante la perquisizione dell’appartamento i carabinieri hanno sequestrato denaro contante, due personal computer, sette telefoni cellulari e vario materiale pornografico. La donna è stata associata al carcere di Rebibbia.

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