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A casa di Don Bancomat le prove che incastrano il socio di Anemone

Don Bancomat colpisce ancora: spuntano nuovi assegni legati ad altri appalti milionari. Le operazioni contabili di Don Evaldo Biasini, l’economo della Congregazione del Preziosissimo Sangue che secondo l’accusa faceva da banchiere occulto per l’imprenditore Diego Anemone, si ritrovano collegate anche ad un altro colosso delle costruzioni finito nell’inchiesta sui Grandi Eventi: si tratta della «Igit» di Bruno Ciolfi, che da sola, o consorziandosi con Anemone, ha messo le mani su importantissimi business provandoci fin dall’inizio con l’Auditorium della musica di Firenze; dall’appalto per l’esecuzione delle opere per il completamento dell’aeroporto Sant’Egidio di Perugia a quello per il carcere di Sassari fino alla gara da 20 milioni di euro per il museo dello sport a Tor Vergata Roma. La Igit è associata ad Anemone anche nei lavori per l’Arsenale alla Maddalena.
Perquisendo l’abitazione del sacerdote il Ros è risalito ad alcune movimentazioni bancarie segrete presso un conto corrente, intestato a don Evaldo e alla Congregazione, acceso in una filiale romana della Banca della Marche. «È da ritenere - osserva il Ros - che Bruno Ciolfi (della Igit, ndr) concorra a ad alimentare il fondo cassa contante custodito da don Biasini e gestito da Diego Anemone».
Per avere un’idea del gigantesco giro d’affari basti pensare che fra marzo e aprile del 2008, fra le operazioni «ritenute di interesse investigativo» riferibili a don Evaldo e alla Igit, i carabinieri segnalano una lunga serie di assegni circolari per un importo complessivo di oltre 345mila euro. Solo 148mila euro «vengono emessi dalla Igit Spa di Bruno Ciolfi e sono tratti dal conto corrente acceso per la sede Unicredit» girati alle società Arpa Srl, Cogeimp Srl, Sg Impianti Srl (quest’ultima per 90mila euro). «In data 7 aprile 2008 - continua il Ros - don Evaldo Biasini ha versato ulteriori assegni per complessivi 99mila euro, tutti emessi dalla Igit Spa di Ciolfi Bruno» e intestati a ulteriori società e persone fisiche. Stesso dicasi per il versamento da 97.160,00 euro (in due tranche da 61.160,00 e 36.00,00) effettuato dal prete il 18 aprile 2008. «Tutti questi importi - insiste il Ros - sono riportati sul conto “a scalare” 2008 sequestrato a don Biasini». L’intera somma di 345.171,20 euro rintracciata nel conto della Banca delle Marche «perviene dalla Igit Spa e confluisce nel conto a scalare che cura don Biasini che provvede, a richiesta, a restituire le somme in contanti a Diego Anemone».

Don Bancomat, per l’appunto.

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