Roma

Casaidea, edizione 35 La riscoperta degli affetti per abitare con sentimento

EVOLZUIONE Alla Fiera di Roma dal 7 al 15 febbraio torna l’ormai tradizionale mostra sulle tendenze dell’home design

Casa-nido, casa-rifugio, casa-tela d’artista tutta da inventare: quando gli spazi si riducono, la fantasia prende piede, decisa ad abbattere le barriere. A partire da quelle alzate da tradizione e consuetudine, per lanciare un nuovo modello di abitazione. Dinamico, polifunzionale, improntato su illusione - nulla è ciò che sembra - e metamorfosi, capace di cambiare in ogni momento per vestire praticità e compattezza di una patina di magia. L’home-design evolve e, al futuro, insieme alle proposte più giovani, porta in dote un passato di grandi designer, riletto e rieditato in chiave minimal e sentimentale, per riscoprire l'essenza della casa.
A raccontare un trend che punta sulla riscoperta degli «affetti», da Castiglioni a Munari, per ottenere «effetti» speciali è Casaidea, dal 7 al 15 febbraio alla Nuova Fiera di Roma. Giunta alla trentacinquesima edizione, la manifestazione si sdoppia, accostando all’ormai classica mostra dell’abitare, con diverse sezioni e esposizioni, il primo Festival del Progetto, con premiazione, prevista il 13 febbraio, e «isole espositive» per emergenti. Obiettivo è puntare l’attenzione sulla creazione dello spazio abitato, analizzato da diversi punti di vista, da quello dell’architetto a quello del pubblico, tra chi realizza, quindi, e chi desidera. È proprio sull’incontro tra desiderio e creatività che si regge l’idea moderna di casa, concepita come un micro-universo da modificare a seconda di esigenze e umore, per farne il miglior teatro possibile di ogni momento della giornata. Con fantasia. Così, i tappeti «MyOffice» sono anche amache. Le lampade «Bambù light» si srotolano a farsi separé per sfaccettare l’ambiente. Le poltrone «Sediolo» diventano a dondolo, i cuscini «Tubito ergo sum» si uniscono a comporre sedute.
L’esterno diventa interno, grazie a prati erbosi da usare come piani di lavoro, con «The Daily Dose». E tende da campo si montano in salotto per ritagliarsi momenti di intimità con «My Love Hotel». Grande attenzione è dedicata all’ozio, tra relax e svago. Complice la crisi, il design sembra specializzarsi nel benessere della persona, nel tentativo di creare una casa che offra un abbraccio ideale a chi vi torna, prendendosi cura dell’anima e dell’ambiente. Domina lo stile eco-chic, che privilegia materiali riciclati, trasformando ciò che è abitualmente considerato «rifiuto» in opera d’arte, in un tridimensionale invito a riscoprire etica e consapevolezza. Al contempo, le «ristrettezze» portano a ottimizzare spazi e risorse, proponendo più modi di usare lo stesso oggetto, in un’economia di beni, che non risparmia, invece, le idee. E la poesia. Nasce «Isola-mente», tappeto «fotografico», che, come un nastro scende da parete a pavimento, a costruire un paesaggio rilassante per offrire a chi lo usa una sorta di rifugio mobile. Le sedute «1x5» hanno più posizioni per un relax su misura, le minimal «Sps» si uniscono in lunghe panche a contrastare la solitudine. La figura umana, stilizzata in un bozzetto di se stessa, in «Guardiamo le stelle?», diventa un tappeto-traccia su cui stendersi a osservare il cielo, superando con l’immaginazione il limite del soffitto. I pouf sono «folletti» tuttofare: componibili in più colori a disegnare figure o chiusi in «scatole» che si rivelano tavolini da tè, fino a farsi diffusori di profumi. E la cucina gioca con materiali e forme, riscoprendo la «golosità» di linee curve.

Dalla zona-notte al soggiorno, una casa viva, che fa dell’incertezza una forza, andando alla costante ricerca di nuove letture e potenzialità.

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